Corriere dello Sport (R. Maida) – È la settimana delle decisioni. Ma no, il mercato non c’entra niente. La Roma deve pianificare la sua estate di lavoro che è stata azzoppata dalla rottura dell’accordo per la tournée in Corea del Sud, che sarebbe durata dal 27 luglio al 2 agosto, con due amichevoli in calendario contro Wolverhampton e Incheon United che sarebbero state giocate dopo il test contro il Tottenham, in programma il 26 luglio a Singapore e non ancora cancellato.
L’ufficio commerciale, legale e logistico del club si stanno impegnando per trovare una soluzione rapida e conveniente, sapendo che la rinuncia al viaggio in Asia comporterebbe l’obbligo di pagare una penale. Perciò la possibilità che la Roma parta comunque per l’Estremo Oriente esiste, aggiungendo magari un’amichevole meno prestigiosa nella zona di Singapore che consenta di prolungare il tour e ammortizzare lo sforzo della trasferta.
Già ma le necessità aziendali, dopo i 3 milioni sfumati dalla spedizione coreana, si scontrano con le esigenze tecniche di José Mourinho, che già a priori era contrario ad allontanarsi così tanto dall’ Italia, tanto più per giocare a temperature soffocanti. Mourinho spera ancora di andare in Portogallo, per la precisione in Algarve, dove la Roma ha trascorso piacevolmente una parte delle due estati passate.
Tuttavia la struttura utilizzata nel 2021 e nel 2022 ad Albufeira non è disponibile. Si stanno studiando dunque opzioni alterative, senza però trascurare altre opportunità che si sono presentate: in località di montagna in Austria e Svizzera, che per ospitare la squadra potrebbero anche garantire un piccolo gettone. E forse anche la disponibilità di qualche avversario che si allena nella zona ad affrontare la Roma in amichevole.
Ma in questo strano business che tiene insieme tante componenti spesso poco conciliabili, la Roma è chiamata a scegliere. A meno di due settimane dal raduno, non ci sono ancora certezze sul luogo e sulle date degli allenamenti e dei test precampionato. C’è chi a Trigoria suggerisce persino di riallacciare i fili con i promoter della Corea del Sud, pur di evitare danni immagine oltre a quelli patrimoniali. Ma sembra davvero difficile tornare indietro dopo la rottura della scorsa settimana, che segue di pochi giorni il forfait deciso dal Napoli di De Laurentiis, a sua volta sedotto e abbandonato da affaristi insolventi.