La Gazzetta dello Sport (A. Vocalelli) – Provare a giocare il derby, o soltanto intuirne le mosse, è come fermarsi lì – davanti a un arcobaleno – per mettere un confine alle sfumature.
Perché ogni partita, ma questa ancora di più, vive di emozioni, sospiri, suggestioni. E non c’è tattica migliore che aver paura della propria presunzione. E una bella dose di coraggio nel non sentirsi mai tranquillo. È così che devono averla preparata Mou e Mau, spiegando ai giocatori che puoi avere il piano per ogni situazione, ma poi è quella corsa in più, quella capacità di andare oltre, a determinare tutto. E in certi casi è meglio correre il rischio di avere dei rimpianti – provandoci comunque – che dei rimorsi.
Perché, sulla carta ed in classifica, Roma e Lazio in fondo sono lì. Con qualità e limiti, ma soprattutto con la voglia di regalarsi una classifica migliore. Perché ci sono dei momenti – e questo è il derby – in cui conta la voglia di andare a prendersi il futuro.