La Gazzetta dello Sport (A. Pugliese) – Stavolta tocca davvero a loro, Romelu Lukaku e Paulo Dybala, quasi come fossero i compagni di merende. Solo che qui non c’è niente di losco, ma solo una qualificazione da portare a casa. Prendendo in mano la Roma e portandola direttamente agli ottavi di finale. Contro l’avversario di sempre, quel Feyenoord che si è ritrovato ancora una volta sulla strada dei giallorossi, esattamente come due anni fa (finale di Conference League) e come la scorsa stagione (quarti di finale di Europa League). Per arrivare tra le prime 16 della competizione e sperare di raggiungere poi la quarta semifinale consecutiva (dopo quella con Fonseca e le due con Mourinho) Daniele De Rossi si affida soprattutto a loro due (e ad un Olimpico strapieno, oltre 67mila spettatori, record assoluto della gestione americana).
Già, perché l’attuale tecnico della Roma in questo suo mese è stato spesso chiaro. “Loro sono i nostri campioni e da loro pretendo sempre qualcosa in più che dagli altri…“. Del resto, l’Europa League è praticamente il giardino di casa di Lukaku, ma anche la coppa dove Dybala ha prima abbattuto il Feyenoord e poi accarezzato il sogno con il Siviglia. Solo che l’argentino non segna in Europa proprio da quel 31 maggio dello scorso anno, a Budapest, quando il suo gol fece sperare un po’ tutti nel bis dorato. Ed invece da quel giorno, quasi 9 mesi fa, la Joya non ha più timbrato il cartellino europeo, anche se poi delle 7 sfide giallorosse ne ha giocate solo 4.
Chi, invece, continua a far gol ad ogni occasione è proprio Lukaku, che ha segnato anche all’andata, al De Kuip. E che nelle ultime 18 partite di Europa League ha fallito l’appuntamento con il gol in una sola occasione, nello sciagurato 2-0 in casa dello Slavia, proprio la partita che ha costretto la Roma a questo spareggio qui. “Ma dobbiamo andare oltre il semplice gol – dice De Rossi – Io valuto le prestazioni e loro stanno entrando nella mia idea di calcio, sono contento. Dovremo passare con o senza i loro gol“.