Maurizio Sarri, Antonio Conte, Gian Piero Gasperini, Marco Giampaolo, una fila di pretendenti (o di pretesi). Ranieri, col suo traghetto, si piazza in scia. Segue, aspetta. Un traghettatore ambizioso, che parte in vantaggio rispetto agli altri: lui intanto è lì, se la gioca, guadagna il giusto e non ha grandi pretese. E poi, si vedrà. Del resto, gli fanno notare che, quando parla della Roma, gli brillano gli occhi. «Io mi trovo bene qui. Mi brillano anche per il Cagliari, dove ho scalato tutte le categorie, dalla C alla A. Ho tutte le mie ex squadre nella testa, ma queste due le ho nel cuore. Non mi sento un profeta, ma un professionista che alcune volte ha avuto le possibilità di poter lavorare come so, in altre sono arrivato in momenti storici non positivi. Sono soddisfatto della mia carriera, che non è finita ancora». Domani si gioca un pezzo di Champions a San Siro, contro la sua Inter, che però non ha nel cuore. Non brillano gli occhi, dovrà brillare altro, la classifica, ad esempio. «Se ci fosse una battuta d’arresto non cambierebbe il nostro umore, ma un risultato positivo potrebbe darci una spinta notevole. Far bene significherebbe molto, perdere non cambierebbe la nostra determinazione di arrivare alla fine lottando su ogni pallone». È quanto scritto da Il Messaggero.