Il Messaggero (A.Angeloni) – «Sono stanco di arrivare secondo». Non l’avesse mai detto: Luciano Spalletti, dopo il pari contro il Bologna, rischia di arrivare terzo. Guardando come e da dove ha preso la Roma, sarebbe un signor risultato. Con lui in panchina, a parte la sconfitta con la Juventus, la squadra ha sempre vinto, nove volte, e pareggiato solo in tre occasioni, Verona, Inter e Bologna. E proprio il punticino contro i rossoblù rischia di rimettere in discussione tutto. Perché il Napoli doveva essere avvicinato prima dello scontro diretto del 25 aprile, forse atto conclusivo di questa emozionante rincorsa al ricco secondo posto. Oggi, la squadra di Maurizio Sarri è davanti di sei punti, l’Inter è dietro sempre di sei. Tutto in ballo, guardando in alto e in basso.
IL CALENDARIO – E il calendario un po’ aiuta. L’occasione, forse quella decisiva, ci sarà proprio nella prossima giornata, nella quale la Roma va a trovare l’Atalanta (priva di de Roon e Cigarini), mentre il Napoli tenta la scalata a San Siro contro l’Inter. È chiaro che, se i giallorossi non dovessero superare l’Atalanta, il discorso finirebbe intorno alle 14,15 (la Roma gioca alle 12,30), al di là del risultato che il giorno prima arriverà dal Meazza (Inter-Napoli si gioca sabato sera). Lo scontro diretto avrà senso solo se le distanze saranno più corte. Del resto,un conto è andare in Champions dalla fase a gironi,un altro è cominciarla dopo un preliminare, sia per un discorso economico sia per l’organizzazione del lavoro estivo, considerando anche l’Europeo.
PRO E CONTRO – Spalletti ha ricostruito un gruppo, nella testa e nelle gambe. La squadra è più convinta di se stessa egioca molto aperta. C’è un problema che ancora non è stato risolto, quello dei gol presi. La stranezza è vedere la Roma difendere meglio rispetto all’ultima fase Garcia, ma quanto a gol incassati siamo più o meno lì. Nelle partite guidate da Lucio, solo in due occasioni i giallorossi non hanno beccato reti: in trasferta contro il Sassuolo (che ha sbagliato il rigore sullo 0-1) e in casa con il Palermo. Per il resto, quasi una tassa pagata, dalla prima con il Verona all’ultima con il Bologna, Undici gol in totale, mai più di uno a partita, però. L’ultima volta che la Roma ha incassato più di una rete in campionato c’era Garcia, lo scorso 6 gennaio a Chievo: 3-3. Quindi il miglioramento c’è. In compenso, ciò che fa ben sperare in funzione del secondo posto è la capacità di andare in rete. Nelle tredici di Spalletti, solo a Torino la Roma non è stata capace di segnare. Più in generale è diventata la giostra del gol, segnandone 31 in tredici partite. Alla fine del girone di andata, quindi con Rudi in panchina, ne erano stati segnati 35 (2,38 media). La Roma di Spalletti è arrivata quasi a quella quota con sei partite in meno. Le sei che dovranno portare la Roma al secondo posto, difendendo il terzo.
TOTTI ASSIST PER IL CONTRATTO – Parlando di gol. Da qui in avanti servirà il miglior Dzeko, che deve recuperare da un problema muscolare e soprattutto dovrà ritrovare la testa giusta per essere dentro la rincorsa. Al contrario, il secondo tempo contro il Bologna ha riconsegnato a Spalletti un Totti vero, capace di incidere con le sue giocate. Questo, forse, non condizionerà il suo futuro, perché la società ha fatto capire che il contratto non verrà rinnovato. Ma non si sa mai, perché forse, a Boston avranno capito che poi così finito, Francesco, non è. E un anno in più non farà male a nessuno. Se una bandiera rischia di andarsene, un’altra ha deciso di restare, anche se con un ruolo diverso: Bruno Conti, che ha rinnovato il proprio contratto fino al 30 giugno 2019 e che assumerà il ruolo di coordinatore tecnico delle attività di identificazione e sviluppo di giovani calciatori.