La Repubblica (M. Pinci) – Dopo tre minuti e mezzo di recupero la sorte aveva aperto una finestra a un finale diverso. Non piacevole ma meno amaro. Dopo tre minuti e mezzo di recupero, in quell’istante della partita che il Bayer di Xabi Alonso ha sfruttato una decina di volte in questa stagione per rimettere in piedi serate storte, sulla testa di Tammy Abraham è capitata la palla che avrebbe permesso alla Roma di mettere un barattolo di speranza nella valigia per Leverkusen. Ma non era la serata per la speranza. Non lo era da quando, nel primo tempo, un retropassaggio di Karsdorp ha trasformato il momento migliore della squadra di De Rossi nella Death Valley del match. Da cui la Roma non è più riuscita a uscire. Il prezzo per vedere realizzati i propri desideri è sempre alto. A volte, addirittura altissimo.

Sapeva dall’istante del sorteggio, De Rossi, che alla Roma sarebbe servito rompere il tabù dell’imbattibilità del Bayer. Non pensava, forse, di doverlo fare in Germania. Non pensava nemmeno che il Bayer fosse così più maturo, più consapevole, più feroce della squadra bella e nervosa che Mourinho aveva irretito un anno fa, imbavagliandola per strapparle il pass per la finale. Un anno dopo sembra quasi che le due si siano scambiate il carattere. E, forse, anche il posto sul volo per l’ultimo atto della competizione. E così, dopo mesi passati a sognare, la Roma si sveglia.