Roma, non solo il falso rigore

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Il Messaggero (U.Trani) – Come a Bologna, nell’ultima trasferta di campionato, la Roma si fa raggiungere anche a Torino sul più bello: 1 a 1. Con il successo ormai in cassaforte, il solito errore difensivo a fine recupero. Il colpo di sonno improvviso di Ruediger incide quanto la gaffe inammissibile dell’addizionale Fabbri che fa sbagliare l’arbitro Damato. Il rigore del pari non c’è: Manolas prende la palla prima di sbilanciare Belotti. Ma, bocciata la decisione del direttore di gara, non si può glissare sull’ennesima prova stonata e spenta dei giallorossi. Che, confermando l’attuale involuzione, continuano a ballare dietro e a non presentarsi davanti. La frenata è iniziata dopo il derby vinto l’8 novembre scorso. Da lì 2 punti in 3 partite, con 2 gol su rigore e quello di ieri su tiro cross, per il deprimente 4˚ posto in classifica, con la Juve a 1 punto.

RECUPERO FORZATO – Garcia presenta la diciannovesima formazione diversa in 20 partite. Ma così disorienta la squadra. Che, nella circostanza, è per un tempo timida e nella ripresa sciatta. Il pari del Torino, però, arriva solo nell’ultimo minuto di recupero: fino a quel momento la Roma non corre rischi, anche perché i granata buttano al vento diversi contropiede. Il francese, di questi tempi, è confuso. Si capisce dalle scelte iniziali: ripresenta Szczesny e Ruediger, escludendo De Sanctis e Castan. Ma soprattutto, considerata la scarsa efficacia dell’attacco nelle ultime 3 gare, decide di far partire titolare Gervinho, anticipando il suo ritorno in campo dopo appena mezza settimana di lavoro con il gruppo. Ma l’ivoriano, già a metà tempo, si arrende: stesso muscolo della coscia destra. Valutazione, dunque, errata: coinvolti tecnico, preparatore atletico e medico.

CENTRAVANTI IN CRISI – Entra Iturbe che almeno si applica. Ma la storia della partita, almeno fino all’intervallo, non cambia. La Roma chiude la prima parte senza mai calciare nello specchio della porta granata. Il possesso palla, lento e macchinoso, permette al Torino di sistemarsi al completo sotto la linea della palla. Anche Ventura vorrebbe sfruttare il contropiede. L’unico pericoloso, all’alba del match, su incursione a sinistra di Baselli, con cross per Belotti che tocca piano, ricevendo nell’area piccola, e permette a Szczesny di respingere. I giallorossi vanno a strappi, limitandosi per gran parte della gara al giro palla. Dzeko riceve poca assistenza e deve arretrare per partecipare all’azione, anche perché il 3-5-2 del Torino è abbastanza compatto. L’attaccante spreca un cross di Florenzi, cercando l’appoggio per Pjanic e rinunciando a concludere. Nella ripresa ancora una conclusione fuori di testa e un gol pappato per il possibile 2 a 0 calciando addosso a Padelli. Digne, pur spingendo più di Florenzi, soffre l’aggressività di Bruno Peres, Nainggolan è di nuovo il più vivace ma i giallorossi sono troppo statici, in particolare con De Rossi e Pjanic. Mancano la velocità e il dinamismo nel 4-3-3 di Garcia. Anche il pressing è ai minimi storici. E permette a Ventura di sfruttare, a destra, la corsa di Bruno Peres e Acquah. Garcia inserisce Vainqueur al posto di Nainggolan, ammonito e vicinissimo pure al doppio giallo, e risponde al collega che ci prova con Maxi Lopez per Quagliarella e con Benassi per Baselli. Pjanic, 9˚ gol stagionale, segna su punizione senza nemmeno tirare in porta: Dzeko non arriva sul pallone e inganna Padelli. Torosidis nel finale per Iago Falque che non è mai entrato in partita. Avanza Florenzi. Il Torino conclude la gara con Martinez per Molinaro. De Rossi regala palla a Moretti che lancia per il rigore dell’1 a 1. Maxi Lopez spiazza Szczesny: i giallorossi incassano il 34˚ gol stagionale in 20 partite (18˚ in 15 gare di campionato) e anche per questo hanno 7 punti in meno dell’anno scorso.

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