Pagine Romaniste (G. Rufino) – Non è una semplice squadra, non è solo una maglia. La Roma è un modo di essere, un fuoco che non si spegne mai, una promessa fatta da bambini e mantenuta da uomini e donne per tutta la vita.
Giovedì sera, sotto il cielo di Roma, lo abbiamo dimostrato ancora una volta. Non importa il risultato, non importa la fatica: noi ci siamo. Sempre. A casa, in trasferta, sotto il sole di agosto o nella pioggia di marzo, perché essere romanisti non è una scelta: è un destino. E il destino non si tradisce.
Ci hanno visti cantare con la voce rotta dall’emozione, sventolare i colori come fossero la nostra seconda pelle, restare lì fino alla fine, fino all’ultimo secondo, perché la Roma non si lascia mai sola mai. Siamo quelli che soffrono, che gioiscono, che non mollano mai. Siamo quelli che si presentano ovunque, anche quando tutti ci danno per spacciati. Perché? Perché noi la Roma non la tifiamo, la viviamo.
Adesso la squadra sta cambiando, sta ritrovando se stessa. Si rialza dopo ogni caduta, come abbiamo sempre fatto anche noi. Ci sono momenti in cui sembra dura, in cui il cammino è incerto, ma poi ci guardiamo intorno e vediamo quella curva, quei volti, quegli occhi accesi dalla stessa passione. Ed è lì che capiamo che la Roma è viva, che sta tornando, e con lei stiamo tornando anche noi.
Questa non è una lettera, è un patto. Tra chi va in campo e chi sta sugli spalti. Tra chi corre dietro un pallone e chi lo spinge con la forza del cuore. Tra chi ha la Roma tatuata sulla pelle e chi la porta dentro, nascosta ma incancellabile.
Nel bene e nel male, nella gloria e nella sofferenza, ovunque e sempre: Forza Roma.