Una Roma no limits: «È la risposta a Juve e Napoli»

La Gazzetta dello Sport (C.Zucchelli – F.Oddi) – Contro il Torino, nel mag­gio del 2003, Daniele De Rossi fece alzare tutto lo stadio con una gran botta da fuori: il presidente era Franco Sensi ed era in tribuna e il pa­dre Alberto ancora non allenava la Primavera. Una vita dopo c’è ancora Daniele De Rossi nel cuore della mediana, ma la Ro­ma – inevitabilmente, nono­stante i discorsi ben avviati per rinnovare il contratto che sca­drà a giugno – sta cercando il suo erede: contro il Torino Le­andro Paredes ha strappato ap­plausi a scena aperta, facendo capire alla società – che vuole Kessie dell’Atalanta, e prepara il ritorno di Pellegrini dal Sas­suolo – che il primo candidato per quel ruolo è lui. E siccome una regia ordinata poteva non balzare all’occhio, ci ha messo sopra un gol da campione, per nobilitare una partita iniziata entrando in campo con la pri­mogenita, Victoria: destro da fuori, potente e precisissimo, e con un filo di effetto a uscire che ha mandato la palla all’an­golino basso. Il tutto calciando di controbalzo: facile, quando la palla ti arriva in quel modo e ci metti quella potenza, man­ darla in curva e prendersi qual­ che sberleffo, difficilissimo fa­re quello che ha fatto lui.

GENERAZIONE DOC – In estate farà 23 anni, età in cui per di­ventare campione devi essere titolare: il brasiliano Emerson – l’altro 1994 della rosa – ci è già riuscito (ma chissà come sareb­be andata senza l’infortunio di Mario Rui), l’argentino Paredes deve giocarsi il posto con un De Rossi che vuole conquistarsi sul campo il rinnovo, e uno Stroot­man che ha un’infinita fame di calcio dopo la tripla operazione al ginocchio. Aspetta il suo tur­no, e quando serve risponde presente: l’eredità di De Rossi non può spaventare uno che al Boca prese il posto di Riquel­me, che nel giudizio universale visto da Baires siede alla destra di Dio (Diego). In campionato ha giocato 18 partite su 25, con 2 gol (prima del Torino aveva bucato il Palermo, sempre al­l’Olimpico con un altro 4-­1): per minuti giocati è il 14esimo della rosa, come a dire che se Spalletti si gioca i tre cambi lui in campo ci va. «So di avere da­ vanti dei giocatori fenomenali, che stanno facendo benissimo – ha dichiarato a fine gara –, ma lavoro per arrivare al loro livello. Devo avvicinarmi di più alla porta, come mi chiede Spalletti: questo è il gol più bel­lo da quando sono in Italia. È il miglior momento della stagio­ne, abbiamo dato la giusta ri­sposta a Napoli e Juve».

UNDICI STRANIERI – E forse senza l’infortunio alla caviglia che gli fece saltare 6 partite a fine 2016 il suo peso in squadra sarebbe già diverso. Con Flo­renzi in infermeria, El Shaa­rawy chiuso dal ritorno di Sa­lah e Totti abbonato all’ultimo spicchio di gara – in cui però ha mandato in rete Nainggolan – Paredes al posto di De Rossi si­gnifica anche una Roma senza italiani nell’undici di partenza: ieri era la quarta volta nella sto­ria della Roma, la terza in que­sto campionato.

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