«Vieni qui a giocare la Champions League». Questo l’appello di Ezequiel Lavezzi,indirizzato quest’estate al connazionale Fernando Gago.Sono rimaste solo parole, però. Perché Gago alla fine ha scelto la Roma. E oggi, con il Napoli ospite all’Olimpico, si ritroveranno l’uno contro l’altro Per la prima volta, quest’anno, visto che nella gara d’andata Gago ha dato forfait per un trauma distorsivo al ginocchio destro. Nati sotto la stessa bandiera a un anno di distanza l’uno dall’altro, il centrocampista giallorosso e il fantasista azzurro si conoscono da sempre. Sono cresciuti insieme.Dopo 3 anni nel Coronel Aguirre, Lavezzi è passato tra le fila delle giovanili del Boca Juniors, dove Gago è nato e cresciuto, calcisticamente parlando. Hanno vestito la stessa maglia per un solo anno, però: l’esperienza nel club della Capital Federal si rivela breve e problematica, con Lavezzi che decide di abbandonare il calcio e seguire suo fratello nella professione di elettricista.
Due anni dopo, con Lavezzi richiamato nel mondo del calcio dall’Estudiantes e dopo la breve parentesi genoana, i due argentini si ritrovano per la prima volta – e poi per ben 3 stagioni – avversari in campo: Gago è ancora tra le fila del Boca, mentre Lavezzi sceglie di tornare in Argentina e di vestire la maglia del San Lorenzo. Entrambi divengono perno e punto di forza delle proprie squadre: Gago con un ritmo partita e una continuità di rendimento notevoli, Lavezzi con la velocità in progressione e una spiccata abilità nel saltare l’uomo palla al piede, qualità che gli ha garantito di guidare il San Lorenzo verso traguardi considerevoli, grazie anche a 16 gol in 55 presenze. Hanno sofferto anche tanto, insieme. Dopo aver esordito in Nazionale nello stesso anno, 2007, a soli 2 mesi di distanza l’uno dall’altro, sia Gago che Lavezzi si sono visti essere messi da parte nelle competizioni più importanti dell’Argentina.
Entrambi chiamati a scendere in campo nelle amichevoli e nelle qualificazioni pre-Sudafrica 2010, entrambi scartati dal Ct Maradona per la Coppa del Mondo. Scelta spiegata con queste parole dal tecnico:«Mi è costato molto escludere Gago. Gli avevo detto che era un mio giocatore, ma ha giocato poche partite perché al Real Madrid gli hanno dato poche possibilità». Un’esclusione dura per Lavezzi, che aveva una voglia incredibile di dimostrare di valere almeno un po’ quelle aspettative che lo vedevano, in modo un po’ azzardato, come degno erede di Maradona a Napoli. Il Pocho era partito perfino in anticipo per il sud America, subito dopo l’ultima giornata di campionato, smanioso di raggiungere Maradona per dedicarsi alla preparazione. La stessa cosa ha fatto anche per la trasferta di Roma, dove è arrivato con qualche ora d’anticipo rispetto ai suoi compagni.
E anche all’Olimpico rischia di rimanere escluso dall’11 titolare: «Devo valutare le sue condizioni» ha spiegato Mazzarri in conferenza stampa. Dall’altra parte del campo, con De Rossi squalificato, Gago avrà un’altra chance per conquistare tifosi e riscatto. Sarà lui ad agire da vertice basso davanti alla difesa: è il suo ruolo preferito e anche quello in cui ha dimostrato di cavarsela meglio, tanto da tornare, dopo molti mesi di assenza, tra i convocati della nazionale argentina.
Il Romanista – V.Vercillo
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