Totti, calciatore universale, non basta. Oggi e ancora di più in futuro, nella stagione del ritorno in Champions. Garcia ne è consapevole. Perché se è vero che con il capitano il francese ha «più soluzioni » (testuale, nella conferenza stampa delle vigilia della gara con l’Udinese), la Roma non si può permettere di disperdere il lavoro fatto fin qui, accontentandosi di aver ritrovato al centro del gioco il suo campione. Diventa complicato difendere il secondo posto senza equilibrio e organizzazione, senza attenzione e sacrificio. Anche perché giovedì sera il Napoli terzo potrebbe uscire dall’Europa League e di conseguenza trovarsi senza impegni infrasettimanali. Il vantaggio in classifica non è certo da sottovalutare: 3 punti in più e migliore differenza reti negli scontri diretti. E una partita casalinga da recuperare (11 da disputare), il 2 aprile contro il Parma (82 minuti). Ma bisogna comportarsi da squadra per non farsi recuperare. Lunedì sera, per la prima volta in quest’annata fantastica,De Sanctis ha dovuto fare gli straordinari: mai tanti interventi difficili in una partita. E nonostante la prova sontuosa del suo portiere, l’Olimpico ha certificato il dato inedito dei due gol al passivo, cosa mai successa in questo torneo (in casa, due gol, li aveva presi solo dal Napoli in Coppa Italia e dal 1˚ febbraio, successo per 4 a 2 del Cagliari gara che costò il posto a Zeman, non ne aveva mai incassato più di uno).
AGGIUSTAMENTI E RECUPERI La difesa resta comunque la meno battuta del campionato con 14 reti, solo 4 nelle partite interne (tutte con tiri mancini: Berardi, Vargas, Pinzi e Basta). Ma se l’Udinese, in un match,ha realizzato la metà dei gol subiti dai giallorossi all’Olimpico, qualcosa sta a significare. Che, innanzitutto, con troppe assenze la Roma non recitare il solito copione. Non è una giustificazione, ma senza quattro titolari con la personalità di Maicon, Balzaretti, Strootman e De Rossi, è quasi automatico perdere efficacia e solidità. Se Totti migliora la fase offensiva, l’emergenza penalizza il resto. Le altre fasi. Quella di non possesso palla, dove mancano i rientri di Destro e Gervinho, il pressing di Pjanic e l’interdizione di Taddei e Nainggolan. E in assoluto quella difensiva, in cui De Rossi, da centrocampista schiacciato davanti a Castan e Benatia, spesso è il terzo stopper. Sui lati, poi, Torosidis e Dodò non possono garantire la stessa efficienza dei titolari Maicon e Balzaretti: il greco è scolastico, il brasiliano acerbo. «Faccio con la mia rosa» dice giustamente Garcia. Che non si deprime. Anche perché presto riavrà a disposizione la metà di quei titolari usciti ultimamente di scena: sabato, per la gara con il Chievo a Verona, torna Maicon, per quella successiva in casa contro il Torino anche De Rossi. Situazione, dunque, in via di miglioramento (in giornata Balzaretti sarà di nuovo nella capitale di ritorno da Boston). Perché in campo vanno gli stessi e molti cominciano a essere stanchi mentalmente e fisicamente.
TANDEM DEL GOL Totti e Destro solo due volte, in questa stagione, sono stati contemporaneamente titolari: 7 gol della Roma (4 contro il Catania e 3 contro l’Udinese). Nella scorsa stagione altre 12 gare insieme dall’inizio: 20reti. Quando fanno coppia, la media è di quasi 2 gol a partita. I numeri, quindi, promuovono il tandem: si può fare. In attesa di capire come Sabatini, ascoltando Garcia, cercherà di migliorare l’organico. A sentire Totti, nell’intervista rilasciata a Il Romanista, è fondamentale confermare chi è già a Trigoria: «Lo scudetto è andato al novantanove per cento. Il prossimo anno la Roma deve restare questa, allenatore compreso. Questo è un gruppo unico, come quello del duemilauno. La dedica a Kevin è di tutti e tutti l’abbiamo fatta col cuore. Non sto qui a dire ai giocatori di rimanere, ma Pjanic è un giocatore giovane.
Il Messaggero – U.Trani