Il Messaggero (G. Lengua) – Fosse per José Mourinho, uno come Francesco Totti se lo porterebbe subito a Trigoria: “È nella Roma, non ne è mai uscito e non lo farà mai”, ha detto alla vigilia della partita contro l’Empoli. Non può ammettere che gli farebbe firmare subito un contratto, perché ha un profondo rispetto per la proprietà e i dirigenti che la compongono: “Non sono nessuno per parlare con un mito del romanismo come lui e chiedergli di tornare”.
A domanda diretta, quindi, prova a svicolare, pur confermando che i contatti tra i due esistono e sono abbastanza frequenti: “Sì, è vero che ci sentiamo ma parliamo di banalità. È solo questo il rapporto che ho con Francesco, nel rispetto della società e della gerarchia. Quello che posso dire è che la mia vita sociale a Roma è praticamente inesistente, ma dai pochi contatti che ho, Totti è nella Roma e non ne è mai uscito”.
Società, gerarchia, non sono termini che utilizza a caso. Il quadro che ne esce è chiaro: lui la sua idea ce l’ha ma non può spingersi oltre. E non lo farà nemmeno in stagione su altre questioni. A partire da quest’anno, infatti, ha scelto di non cadere più in polemica: “Il mio obiettivo è avere zero giornate di squalifica sia per il campo sia per le conferenze. Ma se c’è una cosa che non posso cambiare è la mia onestà e la mia incapacità di non dire la mia verità. È una sfida per me stesso, cercherò di non avere problemi”.
Dunque, pur di non esternare le sue opinioni, si sottrarrà alle interviste post-gara, quando lo riterrà opportuno. Ed è qui che entra in ballo un dirigente alla Totti, perché nei momenti più complicati in cui diventa doveroso puntualizzare pubblicamente, serve una figura della società che possa prendere le redini e, se necessario, protestare. Anche contro le decisioni arbitrali. Insomma, il quadro è chiaro: se in qualche partita qualcosa andrà storto, dovrà essere la società a parlare. Se José ce la farà o meno a resistere dalla tentazione d’intervenire, è tutto da vedere. Anche perché è un uomo che ha fatto della comunicazione uno degli strumenti per diventare un vincente.
Da oggi parlerà il campo ed esordirà la coppia Dybala-Lukaku: “Romelu con la nazionale è arrivato in ottima forma e partirà titolare. Non è una sorpresa se dovesse giocare 90′. Paulo giocherà, ma non tutta la partita. Dal punto di vista clinico si sente bene e vuole esserci”. Si ferma, invece, Smalling lasciando la difesa sguarnita. Nell’ultimo allenamento prima della partita è stato provato Celik tra i tre centrali. Se Mou dovesse confermare le esercitazioni di ieri, sarebbe rimandato l’esordio di Ndicka titolare considerando che Mancini ha recuperato e Llorente è a disposizione.
Fuori Pellegrini, rientrato dalla Nazionale per un problema muscolare (“Ringrazio Spalletti perché ha allenato tanti anni i club e ha la percezione quando un giocatore non può continuare”) e anche Azmoun che deve ancora ritrovare la condizione: “Veniva da un lungo infortunio”. A centrocampo probabile staffetta Sanches-Bove, con Cristante davanti alla difesa e Aouar mezzala sinistra.