Corriere dello Sport (R. Maida) – Dopo il Napoli dei prodigi c’è la Roma. Non nella classifica generale ma nella somma algebrica dei punti rispetto allo scorso campionato: con la vittoria contro la Juventus, fondamentale per ristabilire le distanze nella corsa alla Champions League, José Mourinho ha allungato il confronto con se stesso a +7. Solo Spalletti, appunto, ha fatto meglio.
I numeri possono essere scomposti e analizzati ma hanno una rilevanza indiscutibile. Il quarto posto ritrovato, alla pari con il Milan ma a una partita di gap dalla seconda poltrona, è la logica conseguenza di una crescita che neppure la terribile sconfitta di Cremona ha frenato.
La Roma del 2023, soprattutto nel fortino Olimpico, non sbaglia un colpo: in campionato ha sempre vinto (Bologna, Fiorentina, Verona, Empoli e Juventus) e sempre senza concedere gol.
Un evento può essere casuale, cinque consecutivi no davvero. Ma c’è un altro dato che stimola una riflessione: quando va in vantaggio, la Roma porta a termine la missione con tranquillità. È successo in 12 partite dall’inizio della stagione. Soltanto a Reggio Emilia con il Sassuolo (Pinamonti che risponde ad Abraham) Mourinho ha subìto una rimonta.
Un piazzamento in zona Champions League può facilitare il dialogo con i Friedkin, che non possono stanziare investimenti da sogno a causa delle restrizioni imposte dal fair play finanziario. E se Mourinho, che attende una chiamata dalla proprietà e nel frattempo valuta ipotesi alternative, decide di rimanere, diventa più o meno volontariamente un garante di competitività.