Corriere della Sera – La sfida dell’Olimpico tra Roma e Fiorentina (fischio d’inizio alle 20.45) mette di fronte due squadre dalle filosofie contrapposte. Da una parte infatti c’è la Roma, formazione che tende a difendere con un blocco medio per poi risalire il campo con i suoi giocatori di maggior talento, soprattutto Dybala e Lukaku. Dall’altra, invece, c’è la Fiorentina di Italiano, una delle compagini più propositive del campionato.
La Viola costruisce dal basso per poi cercare di settare il possesso in zone più avanzate di campo. I gigliati hanno però qualche problema in fase di rifinitura. Negli ultimi trenta metri di campo, infatti, la manovra tende a ristagnare, con l’undici di Italiano che ha difficoltà ad attaccare i blocchi bassi.
In queste situazioni lo sviluppo del gioco avviene soprattutto lateralmente, con il risultato di produrre tanti cross, facilmente leggibili dalle difese avversarie. Non a caso la Fiorentina risulta essere terza in campionato per media di cross prodotti per 90 minuti con un dato di 19.29.
Queste problematiche derivano in parte dal gioco voluto dall’allenatore e, dall’altro, dalla mancanza di giocatori in grado di attaccare la trequarti e di essere funzionali in quella zona di campo. L’unico che, ad oggi, sta producendo efficacemente da rifinitore è Bonaventura, autore di una prima parte di campionato condita da 6 gol e 2 assist.
L’altro elemento da tenere sotto osservazione è González. L’argentino è l’attaccante più pericoloso della formazione toscana: forte di testa (26 duelli aerei vinti), cinico sotto porta (6 reti) l’ex Stoccarda è probabilmente (dopo Dybala) il giocatore che in Serie A calcia meglio in porta.