Pagine Romaniste (R. Gentili) – Il monito di José Mourinho è stato di buon auspicio. “Guai a non prendere i tre punti dopo averne persi due a Torino”, ha fatto sapere di aver detto lo Special One ai giocatori. Che fedeli al condottiero della nave giallorossa eseguono senza grandi problemi. Il volenteroso e limitato Monza, capace di colpire comunque una traversa nel finale, si abbassa al cospetto della Roma e della sua serata di Joya per essere, momentaneamente, in testa alla classifica.
E non si fa (solo) riferimento al sold out dell’Olimpico, quanto più alla serata magica di Dybala. Sbloccatosi dall’assist contro l’ex Juve, arriva il primo gol giallorosso. Anzi, due, giusto quello che serviva per raggiungere quota 100 in Serie A. Doppietta suggeritagli da colui che aveva aiutato a sbloccarsi. Abraham, disordinato, non gioca comunque una partita “orribile”, come aveva definito Mou quella contro la Juve.
Non lo fa di certo la difesa, bassa e pronta ad ogni evenienza. Bravo e sfortunato Kumbulla, uscito per un problema muscolare. Ma c’è anche chi entra, per la prima volta da giallorosso all’Olimpico. Omaggiato nel preparativa, Mou mette dentro Belotti. Il Gallo cerca il primo canto, lasciando partire un urletto strozzato, non così acuto da mettere in difficoltà Di Gregorio.
LE PAGELLE
Rui Patricio 6 – Nessuna parata difficile da compiere, deve giusto rilanciare i palloni che arrivano sul fondo o che l’attenta difesa spegne e rimanere concentrato. Lo fa in una serata d’estate tranquilla, al netto della palla che vede infrangersi sulla traversa alla fine.
Mancini 6,5 – A uomo su Carlo Augusto, non gli permette di essere una minaccia. Caprari ed il compagno di Nazionale Pessina cercano di varcare la gabbiola del casello: alza la sbarra. Ma anche un mano sul secondo a fine primo tempo, rischiando qualcosa di non necessario.
Kumbulla 6,5 – Dall’inizio dopo il quarto d’ora di Torino, raddoppia il minutaggio, stoppando il cronometro non per sua volontà. L’ultima delle tante chiusure che compongo la prova odierna lo costringe all’uscita. (Dal 27’ Smalling 6,5 – Presagisce il day-off, che dura neppure mezz’ora. Fatto rifiutare dall’italo-albanese, lo stesso lo richiama in campo. Con la bacchetta dirige gli attenti compagni. Quasi come il gol che aveva trovato nella prima ufficiale all’Olimpico la chiusura, di testa, su Petagna ad inizio ripresa).
Ibanez 7 – Inizia con calma, quando c’è da attutire le accelerate si fa trovare. Più nel centro del gioco nella movimentata ripresa, risponde presente alla chiamata da corner di Pellegrini.
Celik 7 – Scende in pista, per la prima volta dalla griglia di partenza giallorossa. Gli affondi sono contenuti, un peccato perché quando partono i cross sono mine vaganti: il primo porta un immediato angolo, l’altro – d’esterno – mette nelle giuste condizioni per un tiro Abraham. Nella ripresa prova a far segnare anche Pellegrini. Dietro l’emozione gli gioca un brutto scherzo: il ricordo del passaggio centrale al primo tempo viene scacciato dall’ordinata gara. Gerarchie cambiate? Presto forse per esserne certi, ma di certo Karsdorp non è più l’unica soluzione. Anzi.
Matic 6,5 – Copre, si fa sentire nei contrasti e nelle situazioni ostiche. Una la risolve come meglio sa fare: verticalizzazione di prima che porta al raddoppio.
Cristante 6,5 – Confermato insieme al serbo, davanti a chi lo ha visto crescere, Galliani, sfodera la sempre cara prestazione ordinata. Se occorre concretezza e pacata amministrazione si sa a chi chiamare.
Zalewski 6,5 – Ritrova la maglia da titolare dopo i sempre convincenti ingressi a partita in corso. Dall’inizio, dopo una fase spenta, è lo stesso. Brindelli è materiale difficile da maneggiare, ciononostante non va mai in seria difficoltà. Cancella le azzardate uscite dalla posizione con il lancio che Abraham manda a Dybala per il vantaggio e in giocate improvvise, come quella per Pellegrini. (Dal 65’ Spinazzola 6,5 – Scrive quello che sarebbe potuto essere il primo canto del Gallo, rimasto sullo spartito. Di Gregorio gli cancella la firma sul poker, cercata nel finale, con un ottimo intervento).
Pellegrini 7 – Getta le fondamenta che portano il doppio vantaggio con oscurata fatica. Resetta la qualità dalla fine del primo tempo cercando dialoghi con Dybala ma anche Abraham. Un’apertura fantastica per Celik, bravo a rimettere dietro, lo mette nelle condizioni di siglare il 3-0: il tiro è bloccato, ma il tris arriva. Dalla bandierina, con consueta precisione. (Dall’83’ Bove 6 – Un’apertura precisa e minuti in più).
Dybala 8 – L’assist di domenica contro la Juve è stata la richiesta la richiesta della mano di una futura sposa. Giallorossa. Lui convola a nozze con Abraham, futuro e già promesso sposo. Uno, due. Con il supporto di Tammy. Mette nel cuore il primo gol da romanista con una cavalcata sigillata da un ottimo tiro di drop. In scivolata, nei record, il centesimo gol in A. Non basta, quindi nel diario della partita scrive aperture millimetriche ed accenni di giocate magiche. Applausi e prime emozioni di Joya per l’uscita. (Dal 65’ El Shaarawy 6 – La voglia di fare sempre di più lo porta a strappare un pallone, da lui lavorato, destinato da Celik per Abraham. Beffa lo stop alla fine).
Abraham 6,5 – Allo Stadium aveva ringraziato Dybala per l’assist con un bacio. E con due assist al bacio ricambia. Dalla torre che è chiamato a svolgere, scende la palla in profondità condotta in rete dalla Joya. Vuole il gol in casa, lo cerca e quasi trova ma il tiro non è angolato: Di Gregorio ci arriva, diventa il secondo assist per Paulo. Due giocate di spessore, cui non aggiunge qualità, anche perché il tiro del possibile 2-0 arriva sl sinistro. (Dall’83’ Belotti 6 – Anche se la partita non lo richiedeva, Mourinho lo manda comunque dentro. Non trova la giusta nota per lasciar partire il primo canto: il tiro è centrale e colpisce De Gregorio).
Mourinho 7 – Conferma il centrocampo e la trequarti, cambia le frecce la Roma scappa al fuga al primo posto. Per ora. Ma la lista degli infortunati si allunga con Kumbulla ed El Shaarawy, che raggiungeranno Zaniolo e Wijnaldum in infermeria.