Roma-Milan 1-1, le pagelle: Abraham ruggisce, Celik freccia. Pellegrini insiste, Mancini scivola

Pagine Romaniste (R. Gentili) – Chi di minuti di recupero ferisce, di minuti di recupero perisce. All’andata era toccato alla Roma acciuffare all’ultimo il pareggio, oggi è il turno del Milan. Come a Bergamo, la Roma non fa in tempo a festeggiare la rete che deve raccogliere palla nella rete di Rui Patricio.

Tutto come prima. RomaMilan si chiude con un nulla di fatto. Perché nulla accade. Nessuno vince, così la classifica non viene scossa. Considerato il tanto tempo non giocato – incentivo per promuovere il gioco effettivo – è la Roma a fare qualcosa in più. Quantomeno a provarci, sempre con un uomo. Quell’uomo, rinato da tre partite. Gli unici tiri giallorossi e complessivi li lascia partire Pellegrini, che non trova la porta. La troverebbe, ma davanti si palesa colui che meno ti aspetti: Abraham, in coppia con Belotti dal primo minuto, è sulla traiettoria della girata del capitano nella prima ed unica occasione della partita fino agli infuocati minuti di recupero.

Nel secondo tempo si arriva dalle parti di Maignan con fughe dello stesso Tammy e di Spinazzola. L’esterno pesca un paio di volte El Shaarawy, a cui non arrivano palloni puliti visti gli intercetti minimi ma decisivi rossoneri. Il Milan, nonostante il recupero di Giroud, non impensierisce Rui Patricio.

Quando la clessidra sta esaurendo la sabbia ecco la fiammata. L’instancabile Celik arriva di nuovo nella parte rossonera: cross in area, Abraham raccoglie e batte Maignan (93′). L’Olimpico esplode, poi si raffredda. Il tutto in pochissimi istanti. L’azione del pari ha del carambolesco. Maignan rinvia da trequarti, la palla è mal respinta dalla testa di Mancini: Leao, frenato per tutta la partita dallo stesso difensore e da Celik, crossa sul secondo dove Saelemaekers (96′) sbuca alle spalle di Spinazzola ed infila Rui Patricio sotto le gambe. Tutto come prima, niente sorpasso. Roma e Milan salgono a quota 57 punti.

A turbare Mourinho, intanto, sono i suoi stessi uomini. Non per errori come a Bergamo, quanto per sfortuna. Kumbulla e Belotti si sono fermati per problemi fisici, mentre Matic è stato ammonito e mercoledì (ore 21) a Monza sarà squalificato.

Ibanez governa fino a quando Pioli non inserisce Saelemaekers, Mancini scivola solo nel finale. Bove up grade, Matic impassibile. Pellegrini si carica la Roma sulle spalle e prova a premere il tasto on, interrotto dallo stesso Abraham che poi lo accende alla fine. Belotti resiste finché può.

LE PAGELLE

Rui Patricio 6 – In quella raccolta rasoterra ad inizio partita sembra vivere il deja-vu di Bergamo, ma tutto fila liscio. Come i tiri milanisti, che mai ha da addomesticare. Calmi i cross. Tra le gambe passa il pareggio.

Mancini 5,5 – Una parte la tiene lui, un’altra Celik e Leao è contenuto dalla premiata coppia di centro-destra. Accertatosi di avere in pugno i dati del portoghese, non resiste alle consuete visite oltre centrocampo e manda fuori un colpo di testa ad inizio partita. Avvia i due gol: quello romanista con un tackle deciso dei suoi, il pareggio ciccando di testa – perché non spazzare col piede quel pallone spiovente? – il lungo rinvio di Maignan. Un peccato, perché era stato tra i migliori.

Kumbulla sv – Nell’ultima da titolare, il 12 marzo, scese negli inferi dopo il calcione a Berardi in area. Si aggrappa al Diavolo per riemergere, la sfortuna lo fa uscire. L’unica azione intrapresa nel quarto d’ora in campo è il fatale contrasto aereo con Giroud da cui esce contuso. (Dal 15’ Bove 6,5 – Mou gli dice di controllare la situazione Pellegrini, claudicante ad inizio gara, ma il capitano resta in campo. Si rimette dunque in panchina, giusto il tempo di osservare lo stop di Kumbulla e sostituirlo facendo scalare Cristante. Gli arrivano due palle da gestire con cura, le smaltisce come sa. Dall’88’ Camara 6 – Si (ri)vede subito con un tiro nei minuti di recupero, andato sul fondo).

Ibanez 6 – A sinistra va meglio. Incrocia la traiettoria di ogni pallone che naviga nel suo raggio d’azione. Entra Saelemaekers e cala, nel rendimento ed in campo. Il belga lo fa rintanare ed ammonire, stessa sorte che tocca a Cristante per fermare l’altro belga – De Ketelaere – a lui sfuggito.

Celik 7 – Come all’andata, il dna difensivo è utilizzato da Mou per comporre l’antidoto a Leao e Theo. Subito assortito nel meccanismo di chiusura con Mancini, ferma l’esterno portoghese di mestiere. Sprecate le azioni di cui aveva gettato i semi con cross intelligenti. Stanco, concede qualcosa di più a Leao, anche a Camara con un grande assist dopo una discesa da elogiare. Come quella che confeziona per Abraham nel gol illusorio.

Cristante 6 – Un quarto d’ora a centrocampo prima di ritornare in difesa. Non scorda quanto fatto con Fonseca e lo replica: ordine e semplicità nella già composta prestazione. Si scompone in caso di estrema necessità, vedere l’intervento su De Ketelaere.

Pellegrini 6,5 – Dovrebbe stare a centrocampo. È ovunque, tranne che in mediana. Spinge da subito: è l’unico che ci prova, e quasi riesce, a scuotere il torpore se non fosse che Tammy gli para il tiro.

Matic 6,5 – Maestoso a centrocampo, intuitivo palla al piede ma sciocco quando piomba in ritardo su Bennacer, destinato sì a ripartire a campo aperto ma controllabile in altra maniera. Il giallo lo terrà a casa mercoledì quando si andrà a Monza.

Spinazzola 5,5 – A risparmio, centellina gli affondi. Dalle limitate discese ne esce il rasoterra per Pellegrini bloccato da Abraham e l’invito ad El Shaarawy. Perde Saelemakers sul pareggio.

Abraham 7 – Aleggiava la voce di una panchina, Mou lo mette vicino a Belotti. È presente nell’unico tiro in porta della Roma (e della partita). Calciato da lui? No, bloccato. Sulla traiettoria del tiro di Pellegrini, poi su quella del cross di Celik: si sfila, riceve e batte Maignan. Con vivacità e spirito di abnegazione lo animano nella ripresa.

Belotti 5,5 – Assiste Pellegrini nelle due occasioni, fa ammonire Tomori e non controlla quell’invogliante pallone in area e con lo spazio per calciare. Soprattutto, però, non trova il gol per rompere il digiuno annuale di gol in campionato. Si accomoda in panchina per dolore fisico dopo un contrasto. (Dal 45’ El Shaarawy 5,5 – Dentro in fretta e furia, la stessa che lo condiziona – come il tocco di Calabria – nella ripartenza gestita da Spinazzola. Viaggia verso la porta, per un motivo o l’altro non riesce a portare a termine).

Mourinho 6,5 – “Abraham o Belotti, Belotti o Abraham?”. Risolve il quesito centravanti con la soluzione più semplice: dentro entrambi, con Pellegrini che scala a centrocampo. Si aspetta la fine, e non è una sorpresa, per segnare dopo un paio di occasioni non sfruttate. Come a Bergamo, però, si segna e si subisce subito dopo. Mou, comunque, fa realmente il possibile con quanto la sfortuna lascia ancora a disposizione.

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