La Gazzetta dello Sport (C.Zucchelli) – Dice Wojciech Szczesny che quando prendi un duro colpo poi vuoi dimostrare chi sei «per il club, ma anche per il tuo ego». La speranza, a Trigoria, è che le parole del polacco al match program del club siano innanzitutto vere, e inoltre siano da stimolo per i compagni. In Italia, dove la Roma viene da due successi contro Inter e Napoli («Il nostro obiettivo è sempre contendere lo scudetto alla Juventus»), ma anche, se non soprattutto, in Europa. Dove nei cinque anni – e più – di gestione americana, la Roma ha raccolto un bottino che dire misero è un eufemismo: 25 partite, 4 successi, 11 pareggi, 10 sconfitte, di cui due per 6 e 7 gol. E ancora: la Roma ha incassato 50 reti, perfetta media di due centri a partita, e ne ha realizzate appena 33. Le vittorie sono arrivate contro Cska Mosca, Feyernood, Leverkusen e Astra Giurgiu, non esattamente l’élite del calcio europeo.
FIDUCIA – Dice ancora Szczesny: «Contro il Palermo vogliamo dimenticare in fretta l’Europa League, mi piace pensare che i risultati negativi non incidano troppo sul rendimento nella partita successiva. Abbiamo voglia di reagire». Appunto. La beffa, per una società che della voglia di espandere marchio e marketing b nel mondo ha sempre fatto il suo manifesto, è che le reazioni alle batoste italiane ci sono state (dopo il derby del 26 maggio sono arrivati due secondi posti targati Garcia), mentre quelle ai k.o. europei sono mancate.
SOLDI E PRESTIGIO – Dal 2011, la Roma ha vinto appena il 16% delle partite europee e mai era andata così male. Non sono stati solo i grandi club come Bayern, Real, City e Barcellona a mettere in crisi i giallorossi (appena due punti raccolti su 24), ma anche squadre di pari livello o di categoria nettamente inferiore (un punto racimolato col Bate Borisov, per fare un esempio). Questa dimensione poco europea del club rischia, col tempo, di essere un problema non solo per il prestigio, ma anche per le casse, perché i proventi della Champions sono fondamentali per mantenere alto il livello di competitività e far fronte in modo adeguato al rimborso delle rate del finanziamento di 175 milioni stipulato nel 2015 con Goldman Sachs (e con scadenza 2020).
RIVINCITA – Sottolinea, infine, Szczesny: «Abbiamo difeso abbastanza bene contro l’Inter e molto bene contro il Napoli e questo ha fatto la differenza, e quando dico difenderci intendo tutta la squadra. La prestazione contro il Napoli deve essere lo standard». Ecco, appunto: come ha ammesso candidamente Nainggolan nessuno si aspettava che, dopo la partita del San Paolo, la Roma pareggiasse così con l’Austria Vienna. Basteranno la voglia di rivincita di cui parla Szczesny e l’equilibrio ritrovato in campionato ad invertire la rotta? Tra due settimane, a Vienna, le prime risposte.