La Gazzetta dello Sport (A.Pugliese) – C’è chi dice che abbia una voglia dentro da far saltare in aria le panchine. E chi che si stia allenando così bene come mai prima di ora, tanto da sorprendere più di qualcuno a Trigoria. Di certo finora c’è che Maicon di partite ne ha giocate solo due (sulle 9 totali della Roma) e muore dalla voglia di rimpolpare il proprio score personale. Così, dopo le sfide casalinghe contro Sassuolo e Carpi sabato pomeriggio (contro l’Empoli, ore 18) potrebbe toccare ancora a lui. Un po’ perché Florenzi e Torosidis tornano dal «sovraccarico» degli impegni con le rispettive nazionali, un po’ perché la sfida con i toscani inaugura un ciclo di 7 partite (Champions inclusa) in cui la Roma si gioca molto. E Garcia ha bisogno davvero di tenere dentro tutti.
L’ULTIMO SUO GOL – Del resto, poi, l’Empoli porta anche fortuna a Maicon, che in carriera l’ha affrontato in 5 occasioni, vincendo 4 volte e pareggiando una (e siglando anche una rete, l’unica della scorsa stagione, che regalò il pari giallorosso in rimonta all’Olimpico, in un 1-1 griffato dal gol nel primo tempo di Maccarone). Garcia potrebbe aver bisogno della sua forza e della sua esplosività in fase offensiva per scardinare il presumibile fortino che andrà predisponendo Giampaolo per rintuzzare gli attacchi giallorossi. Tra l’altro, il probabile recupero di Iago Falque (ieri lo spagnolo si è allenato con il gruppo, proprio come Rüdiger) facilita l’operazione. Con Iago in campo dalla parte di Maicon, infatti, Garcia si sente più sicuro anche in fase difensiva, con lo spagnolo capace di coprire le eventuali falle che a volte si aprono quando il brasiliano accelera, per poi abbassare la marcia improvvisamente in fase di recupero. Insomma, con Iago l’equilibrio in campo sarebbe garantito lo stesso, condizione necessaria per non sbilanciare la squadra.
SALISCENDI – La storia tra Maicon e la Roma finora è stata un po’ come vivere una passeggiata veloce sulle montagne russe. Accelerazioni e decelerazioni improvvise, piroette da brividi e lente risalite. Fino al compromesso della scorsa estate: dimostrare di essere di nuovo un giocatore per andare avanti insieme, altrimenti ognuno per la sua strada. Maicon ha stretto i denti, si è messo sotto ed ha provato a convincere un po’ tutti. Anche se sapeva di partire per la prima volta in carriera da «riserva», con Garcia e la dirigenza della Roma che avevano già deciso di puntare forte su Florenzi. Tornato in campo con il Sassuolo dopo oltre 7 mesi di assenza, ha vissuto con il Carpi una prestazione a due facce: buona in proiezione offensiva (compreso l’assist per il gol di Digne), complessa in fase difensiva.
Adesso Garcia si aspetta dei segnali di crescita proprio qui, anche se poi questo è sempre stato un po’ il punto debole del brasiliano. Che però resta uno dei giocatori di maggiore personalità del gruppo giallorosso, basti pensare a come è attivo e partecipa alle fortune giallorosse anche dalla panchina. Quella stessa panchina che sabato non lo vedrà protagonista, a meno di clamorosi colpi di scena. Anche poi per mettere a tacere quelle voci secondo le quali Maicon non stia giocando per una clausola contrattuale che prevede il rinnovo automatico del contratto per un altro anno in caso disputi più del 70% delle partite. Garcia ha bisogno anche di lui. Dentro e fuori il campo.