Corriere della Sera (L. Valdiserri) – La finale di Europa League persa ai calci di rigore. L’arbitraggio di Taylor che ha scatenato l’ira di Mourinho allo stadio e quella di alcuni tifosi facinorosi all’aeroporto di Budapest.

Il futuro dello Special One, che è legato alla Roma da un contratto con scadenza giugno 2024, ma vuole parlare con i Friedkin – e potrebbero servire più puntate – per studiare un piano di azione per il prossimo campionato. La paura che le volontà di presidente e allenatore non trovino un punto di incontro che fa felici tutti e due. La clausola rescissoria di Dybala, che è stato tra i pochissimi ad accendere la luce in questa stagione, finita tra le lacrime. Sono infinite le tentazioni per sottovalutare Roma-Spezia, ultima di un campionato che, nel migliore dei casi, i giallorossi chiuderanno con gli stessi punti della stagione scorsa: 63. I motivi per cui anche questa gara conta – non solo per lo Spezia, che cerca i punti per la salvezza – invece ci sono.

La Roma rischia di finire settima in caso di pareggio e contemporanea vittoria della Juventus a Udine. Se la Uefa non sconvolgerà in un secondo tempo la classifica del campionato, significa tornare in Conference League, con ancora meno introiti e meno visibilità internazionale. Un problema pure per la ricerca dello sponsor, visto il naufragio di Digitalbits. La stragrande maggioranza dei tifosi giallorossi spera che non sia l’ultima di José Mourinho che, squalificato, non potrà nemmeno andare in panchina. Il discorso che ha fatto alla squadra dopo Budapest («Resto per voi») accontenta gli ottimisti. Le parole rivolte ai Friedkin: «Io e i giocatori ci meritiamo di più», visto il regime di Financial Fair Play, spaventa i pessimisti.