Il Messaggero (G. Lengua) – Non è un caso che qualsiasi allenatore si sia seduto sulla panchina della Roma nelle ultime sei stagioni, abbia utilizzato con continuità Bryan Cristante. E non è nemmeno un caso che in Nazionale abbia totalizzato la presenza numero 37 e sia il giocatore con la maggior percentuale di presenze in azzurro entrando a partita in corso. È duttile e sa ricoprire tutti i ruoli che compongono la spina dorsale di una squadra: difensore centrale, mediano, centrocampista centrale e trequartista.

Lo ha dimostrato nelle settimane scorse nella Roma quando ha tamponato l’emergenza in difesa piazzandosi al centro del reparto per quattro partite. C’è dell’altro, Cristante è il giocatore più utilizzato in Serie A con 1.198 minuti all’attivo, considerati anche i recuperi. Mourinho non lo ha mai fatto rifiatare, le ha giocate tutte al pari di Rui Patricio. Segnale che probabilmente le lamentele di Mourinho sulla rosa spesso infortunata sono fondate. Le squadre che concorrono per i primi quattro posti hanno la possibilità di ruotare i titolari e farli riposare per match determinanti.

La Roma, invece, è in perenne emergenza: da Renato Sanches, passando per Pellegrini arrivando ai difensori (Smalling e Llorente). Bryan non ha mai potuto tirare il fiato se non per 45 minuti contro lo Slavia Praga (unica gara di Europa League persa). Sta prendendo spazio anche in Nazionale, Luciano Spalletti lo stima ed è un giocatore che potrebbe utilizzare con più continuità. Un centrocampista che non è passato inosservato anche all’estero. Tre giorni fa, infatti, in Inghilterra lo hanno accostato al Tottenham: gli Spurs sarebbero disposti a investirci 30 milioni la prossima estate. E sarebbe difficile dire no alla Premier League, nonostante con la Roma abbia totalizzato 244 presenze nelle ultime sei stagioni. Un punto fermo, che a 28 anni comincia a far gola anche in Europa.