Nella città che trita un allenatore all’anno dicono che sia stato l’amore a rovinare Rudi Garcia. È un refrain che mischia calcio e gossip, perché l’amore di Garcia è una bella giornalista romana, Francesca Brienza, che lavora per Roma Tv. Una relazione ufficializzata, a suo tempo, con un tweet. Da lì, una valanga: Garcia si è «italianizzato», si lamenta di tutto, sbaglia le formazioni, è diventato presuntuoso… C’è un altro amore, calcistico, che ha inciso davvero sulla stagione. È il rapporto di fiducia che lega Garcia a Gervinho. L’allenatore lo ha avuto a Le Mans (26 presenze e 2 gol) e a Lilla (67/28, uno scudetto e una Coppa di Francia). Un anno fa lo ha preteso a Roma, vincendo la diffidenza del d.s. Sabatini, e Gervinho lo ha ripagato con 9 gol in 33 presenze. Ma quest’anno i gol sono 2 in 1.512 minuti, uno ogni 756’. Peggio ha fatto solo Iturbe: un gol in 873’. Totti è a 5 in 1.343’ (uno ogni 269’), Ljajic a 8 in 1.562’ (uno ogni 195’) e il miglior bomber resta Destro, nel frattempo passato al Milan, con 5 gol in 824’ (un gol ogni 165’). Gervinho, però, per Garcia, è insostituibile. Sapendo che sarebbe andato in Coppa d’Africa — e conoscendo le feste in caso di vittoria — ha dato il via libera alla costosa operazione (31 milioni) che ha portato Iturbe a Roma. Doveva essere la controfigura di Gervinho, lo è stato solo nel flop sotto porta. Gervinho è ritornato dalla Coppa d’Africa in ritardo, anche per un lutto familiare, ma Garcia lo ha fatto scendere in campo contro il Parma (15 febbraio) anche se si era allenato solo una volta. E con lui il compagno di nazionale Doumbia, il mistero del mercato di gennaio assieme a Ibarbo. Risultato: 0-0 contro una squadra in via di fallimento. Un trattamento di favore che non è piaciuto a molti. Dopo quella gara Gervinho è stato titolare per 90’ in 6 gare su 7. È andato in panchina a Firenze, in Europa League, e dopo la partita Nainggolan ha fatto la famosa dichiarazione del «correre in undici». I tifosi, nella sconfitta contro la Samp, hanno fischiato Gervinho. E Garcia, dopo la gara, ha parlato chiaro: «Non sarò mai un peso per questo club, faremo i conti a fine stagione». Ieri, a Trigoria, un anticipo. Ha detto ai giocatori: «Siamo tutti in discussione».Totti ha parlato ai più giovani, dicendo di essere già passato da momenti duri e di non temere la contestazione contro la Fiorentina, all’Olimpico, domani in Europa League. Il pubblico tiferà. Se Rudi andrà via — o verrà esonerato — sarà una sconfitta. Per lui e per la Roma. L’erede sarebbe il quinto tecnico in quattro anni (Luis Enrique, Zeman, Andreazzoli). Così non si costruisce nulla e, invece, il futuro può essere luminoso. Ieri la Primavera di Alberto De Rossi si è qualificata per le semifinali di Youth League, battendo 2-1 il favoritissimo Manchester City allenato da Vieira.
Corriere della Sera – L. Valdiserri