Pagine Romaniste (R. Gentili) – Il lontano fantasma ha provato ad affacciarsi, ma la Roma l’ha scacciato in maniera decisa. In svantaggio per il gol (13’) dell’ex Calabresi, i giallorossi di Mourinho conquistano l’accesso ai quarti ribaltando il Lecce e vincendo 3-1. Kumbulla pareggia, Abraham raddoppia e Shomurodov fissa il risultato. Ora l’Inter, mattatrice col brivido dell’Empoli (3-2), prossima avversaria della Roma – domenica alle 18 – in campionato.
I migliori in campo sono senza ombra di dubbio Abraham, Zaniolo, Mkhitaryan e Kumbulla. Tutto parte dal difensore albanese. Motivato dalle parole post-Cagliari di Mourinho, il centrale prima regge la difesa e poi pareggia. Prova matura e che potrebbe fargli guadagnare terreno.
Tammy, invece, è al posto giusto ed al momento giusto. Fa la torre per Kumbulla, mette la freccia del sorpasso e poi avvia i lavori per il tris.
Zaniolo e Mkhitaryan impattano alla grande il il match. Subito pericolosi e vivaci entrambi, c’è il loro zampino nella rimonta capitolina. Solo una nota stonata: il tiro sbagliato da Micki.
Faticano gli esterni: Karsdorp recupera nella ripresa, Maitland-Niles fa nascere il vantaggio leccese. Perez è, come al solito, illusorio nei movimenti e finisce per non combinare grandi cose.
LE PAGELLE
Rui Patricio 6 – La spizzata di testa dell’ex Calabresi “schizza” sul terreno e non riesce ad andare alla ricerca della giusta traiettoria. Dopo non ha grandi pericoli cui far fronte.
Karsdorp 6 – L’orologio riparte dall’inizio, fatica a trovare il giusto tempo. Timido a scendere, il Lecce trova sempre facilità nel venire a destra. Un tacco per Perez all’inizio, dopo la confusione più totale tra controlli e posizionanti sbagliati. Di cross nemmeno a parlarne. Recupera tutto nella ripresa.
Kumbulla 7 – Innalzato a miglior giocatore contro il Cagliari da Mourinho, il pubblico elogio è la spinta motivazionale che lo porta ad essere il salvatore della Patria giallorossa. Mura la conclusione a botta sicura di Gargiulo, che evita il rischio gol, arrivato comunque dopo pochi minuti. Il fatto che il colpo di testa di Calabresi gli passi davanti non può essere valido come accusa: era sì in prossimità della palla, ma per contenere Gargiulo. Non è una macchia personale, ma poco gliene importa ed allora fuga ogni possibile accusa. Incorna sul finire di primo tempo e fa partire la missione rimonta.
Ibanez 5,5 – La sosta forzata non gli schiarisce la confusione che ha in testa. L’inizio non è neanche male: anticipa ed imposta. Poi il declino. In traiettoria sul retro passaggio di Maitland-Niles che porterà al decisivo attacco leccese, il cross pre gol gli passa addirittura sotto le gambe. Si ritrova nel secondo tempo, la macchia però è grande e ottiene voto in più per il risultato.
Maitland-Niles 5 – “Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra?“. I primi approcci giallorossi sono stati sul primo lato, ora si è spostato per far riprendere fiato a Vina. La situazione è la stessa. Buoni anticipi, rovinati in trenta secondi. Comico come il Lecce riprenda possesso del pallone: cercando il passaggio all’indietro verso Rui Patricio, la palla impatta su Ibanez e finisce in rimessa. Ne nasce la discesa della discordia, in cui mette le impronte per lasciar scorribandare Listowski e farlo crossare. Prova a recuperare terreno rubando spazio, ma l’irreparabile induce Mou a lasciarlo negli spogliatoi. (Dal 46’ Vina 5,5 – Il riposo non dura che un tempo. Messo in campo per recuperare il risultato, partecipa alla rimonta. Pasticcia tuttavia in area e in alcune decisioni offensive).
Cristante 6 – Ritorna dalla squalifica scontata contro il Cagliari e trova la fascia da capitano pronto ad aspettarlo. In ritardo nel chiudere Gendrey sul vantaggio, mantiene sempre l’ordine nella manovra e nel far rimanere in partita la squadra. Sterza la gestione verso destra: precisa la palla in profondità verso Felix attorno alla mezz’ora.
Veretout 6 – Londra chiama, chissà se troverà la risposta attesa. Schierato un po’ a sorpresa titolare dopo Cagliari, fa una gara equa. Nel senso che non combina grandi pastrocchi come nessun grande capolavoro. L’inizio è propositivo: chiude, occupa correttamente lo spazio per musicare contropiedi, come quello non sfruttato alla mezz’ora. L’autonomia è di 45’ e la ripresa la guarda recuperando energie. (Dal 46’ Zaniolo 7 – Si immerge in men che non si dica nella gara. Testa subito la reattività di Gabriel con un tiro potente: il brasiliano – subentrato dopo pochi minuti a Bleva – mette la mano e viene aiutato dal palo. La già provata giocata del velo per Abraham è la chiave per il vantaggio firmato dall’inglese. La ricerca del gol è ostacolata dalle parate di Gabriel: i tiri sono potenti, da rivedere la direzione, troppo centrale).
Perez 5 – Risuonano le campane dalla Spagna e ne risente l’eco. Va pascolando sulla destra trovando falli e qualche piccola illuminazione di idee. Che però dura ben poco: chiamato due volte a tocchi di fino – per Veretout e per Abraham – li sbaglia entrambi. Di una certa rilevanza l’imprecisione nell’uno-due con l’inglese, che poteva essere in condizioni migliori per calciare. Conclusioni che, ovviamente, tenta anche lui. Sia il primo che il secondo tiro vanno fuori. Senza di lui, la Roma trova il 3-1. (Dal 46’ Mkhitaryan 6,5 – Come Zaniolo, gira per il campo portando la torcia che illumina il secondo tempo. Se la scorda al 72’: piacevole il duetto con il numero 22, molto meno il tiro sbagliato a neanche un metro dalla porta. Ci manda dunque Shomurodov con un assist fantasmagorico).
Oliveira 6,5 – Va ad abitare la trequarti, ci mette un po’ per trovare gli spazi della nuova casa. Sbaglia tocchi ed interventi, impappinandosi anche in maniera goffa. Il guizzo alla mezz’ora per Felix lo rigenera. Tempo di prendere misura della nuova casa e ritorna al centro del gioco, ornato da classe e recuperi. La differenza la fa e come.
Felix 5,5 – Che confusione. Ribelle dell’ordine, sciupa una ghiottissima occasione alla mezz’ora. Si ripete poco dopo ritardando il cambio gioco verso Perez, che solo soletto se ne stava a destra. La solita esuberanza lo porta all’ormai tassa fissa dell’ammonizione. (Dal 65’ Shomurodov 6,5 – Ha avuto una chance per scalare le gerarchie e l’ha sfruttata. Sigilla il 3-1 rientrando sul destro, mandando in confusione con un colpo solo Gendey e Gabriel. Qualche gradino nell’ordine dell’attacco potrebbe esser stato rosicchiato).
Abraham 7,5 – Prima di mettere la palla del pareggio a Kumbulla, ha affrettato una verticalizzazione ad inizio partita e quasi è scappato dall’invito di Oliveira, servendone uno a Felix. Sigla il raddoppio con un tiro da vero 9. Non c’è due senza tre e fa partire anche il 3-1. (Dal 83’ Zalewski sv).
Mourinho 6,5 – Una replica dell’orrore di Bodo sembra abbattersi. La maggior qualità ha prima permesso di recuperare con il nuovo pupillo Kumbulla, poi gli ingressi dalla panchina – ora non più corta – lo riporteranno due volte a San Siro da qui a fine stagione. Il passaggio del turno non deve però oscurare i problemi cronici della squadra. Impensabile passare in svantaggio, permane la sterilità di gioco. Le idee quando ci sono risultano essere piatte.