La Gazzetta dello Sport – ”Roma, era un derby di guerra”

Derby Roma-Lazio, forze dell'ordine e tifosi fuori lo stadio Olimpico

CVD: come volevasi dimostrare. IlComitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive ieri ha proposto a Giuseppe Pecoraro, Prefetto di Roma, di vietare l’accesso alle curve di Roma (Sud) e Lazio (Nord) a tutti coloro che non sono in possesso delle tessere del tifoso propriamente dette per i match Lazio-Napoli del 18 gennaio e Roma-Empoli (20 gennaio di Coppa Italia e 31 gennaio). Niente ingressi per i possessori di altre tessere e acquirenti di biglietti, il che porterà il club giallorosso a perdere circa 8.000 spettatori e quello biancoceleste quasi 14.000.

INFILTRAZIONI Il Prefetto, dopo avere sentito ieri i due club, deciderà oggi la conferma della sanzione, visto che i 4 arresti, gli scontri con la polizia, il rinvenimento di arsenali, molotov e una bomba fanno credere a un salto di qualità della «guerriglia metropolitana» con un coinvolgimento non più solo dei cosiddetti «cani sciolti». E infatti nei piani doveva essere un derby di guerra. Da giorni i laziali, forti del sostegno di qualche hooligan inglese e soprattutto dei terribili ultrà bulgari del Levski Sofia, alleati fedeli, avevano dato appuntamento ai romanisti, i quali, già accusati in passato di comportamenti vigliacchi, stavolta avevano deciso di rispondere. «Armandosi» di bombe carta con esplosivo e bulloni e bottiglie incendiarie, come dimostra l’arsenale rinvenuto dalle forze dell’ordine nell’auto parcheggiata davanti al bar ritrovo dei giallorossi. Una scelta — presa dopo lunghe riunioni tra i capi della curva Sud, altro che un manipolo di cani sciolti — che non si è concretizzata sul campo perché alla vigilia della partita i venti tifosi del Levski Sofia sono stati intercettati e identificati dalla polizia in un ristorante, dunque di fatto «depotenziati». Un blitz efficace, perché ha mandato all’aria i piani di tutti, laziali, bulgari e romanisti. Ecco perché il giorno dopo, non dovendoli più esplodere fuori (dove qualcuno si è voluto «consolare» attaccando gli agenti), decine di bomboni sono stati smaltiti all’interno dell’Olimpico. Ed ecco perché nel comunicato del Casms si legge di «alto livello di pericolo», che ha reso necessario «interventi di carattere preventivo per colpire… le curve degli ultrà, dove maturano le logiche prevaricatorie dei violenti». Non basta. Mercoledì il Casms terrà una nuova riunione per monitorare le due tifoserie.

IPOTESI TAR Roma e Lazio hanno metabolizzato male la decisione, che potrebbe essere appellata al Tar, ma difficilmente sarà fatto. Probabile invece che singoli abbonati chiedano la revoca del provvedimento. Lotito spiega:«Non si può rispondere dei comportamenti che avvengono fuori dallo stadio perché altrimenti il sistema diventa ingovernabile». La sanzione per i club romani, comunque, è meno dura rispetto a quella che ha colpito a novembre i tifosi dell’Atalanta (ingresso vietato ai non possessori della tessera del tifoso per tre mesi e in tutto lo stadio) e viene spiegata dalle autorità con la gravità e la reiterazione dei fenomeni di violenza da parte degli ultrà bergamaschi.

LEGA E GIUSTIZIA SPORTIVA Dal Viminale, poi, trapela anche irritazione per le sanzioni della giustizia sportiva. Detto che Tosel commina pene a seconda dei referti, le autorità ritengono incredibile che i collaboratori della Procura federale, ad esempio, abbiano sottovalutato le decine di petardi sparati nel derby, che sono costati solo 15.000 euro di multa. Su tutta la vicenda interviene anche Beretta, presidente della Lega di Serie A: «Ci teniamo a sottolineare tre elementi: i complimenti per l’attività della polizia; la condivisione dell’inasprimento delle norme anti- violenza; la volontà di credere però che un con un contrasto più efficace si ottiene individuando i responsabili, evitando penalizzazioni indiscriminate ». Chiude il fronte Coni con Malagò: «Sono amareggiato. Il giorno in cui in un derby non succederà niente andrebbe fatta una festa». Al momento, invece, suona solo l’orchestrina del Titanic

La Gazzetta dello Sport – A. Catapano/M. Cecchini

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