Tre ragazzini fortissimi, tre gol (senza subirne nessuno, mai accaduto quest’anno), trenta minuti di altissimo livello: se tre è il numero perfetto e la Roma, almeno quella scesa in campo nel secondo tempo, ieri sera lo è stata. I giallorossi, dopo 45 minuti difficili, entrano in campo trasformati, fanno tre gol alla Fiorentina senza soffrire mai e passano ai quarti di finale di Coppa Italia dove, tra due settimane, ci sarà la Juventus a Torino. Una Roma, quella scesa in campo nel gelo dell’Olimpico, che nel primo tempo sembra lontana parente di quella che ha battuto Napoli, Bologna e Chievo e che invece, anche grazie ai cambi di Luis Enrique, riesce a stravincere la partita con tre ragazzini dai piedi e dal talento immacolato:
Erik Lamela, 20 anni ancora da compiere e autore di una doppietta, Fabio Borini, 20 anni e un rientro da un lungo infortunio da favola, e Francesco Totti, anni 35, 2mila gol sulle spalle e una voglia (oltre che due assist) ancora imprescindibili per questa squadra.
Una squadra che fa a meno di De Rossi – ieri in tribuna – Rosi, Burdisso, Pizarro e Osvaldo e che lascia in panchina Pjanic e Juan per dare fiducia a centrocampo e in difesa a Viviani (con Greco e Gago) e Kjaer. Nel primo tempo la Roma non ingrana e la Fiorentina fa più paura del dovuto: al 10’ i primi brividi quando Jovetic fa un tunnel a Viviani e mette in mezzo un pallone morbido a scavalcare la difesa: la mira di Liajic per fortuna non è buona così come un minuto più tardi è sempre il numero 22 dei viola a presentarsi davanti a Stekelenburg,
bravissimo a chiudergli lo specchio. La Fiorentina si difende con cinque uomini, aspetta la Roma per poi provare a ripartire in contropiede, approfittando di qualche errore di troppo dei giallorossi in fase di appoggio. Incredibile quello che succede al 19’ quando Pasqual, Montolivo e Jovetic davanti a Stekelenburg non riescono a trovare la deviazione vincente, grazie anche a Cicinho che per un paio di volte si immola sulla linea: la Roma concede troppo ai viola, Luis Enrique si imbestialisce perché la squadra, soprattutto sulle fasce, è in totale sofferenza. Poi si siede in panchina, sguardo fisso sul campo, e la Roma prova a ripartire.
Ma è sempre la Fiorentina ad avere in mano il pallino del gioco. Salifu al 26’ tenta la botta da fuori, dopo un doppio fallo su Totti non visto da De Marco, ma il suo tiro non inquadra lo specchio. La Roma si fa vedere per la prima volta al 33’ quando Totti servito da Lamela da posizione angolata non riesce a battere Neto. Sei minuti più tardi è Lamela a sfiorare il vantaggio: punizione di Totti che serve benissimo Cicinho, stop di petto, passaggio indietro all’argentino che tira di sinistro ma il pallone, complice una deviazione, termina fuori. Il primo termina senza altre emozioni, eccezion fatta per un tentativo di Viviani da fuori area senza troppa fortuna. E’ lui, nel secondo tempo, a rimanere negli spogliatoi: al suo posto Perrotta. Ed è proprio il numero 20 a inserirsi dopo 8’ aprendo uno spazio per Totti che di petto ruba palla ai due centrali e serve Lamela il quale, di destro, batte Neto col pallone che passa sotto le gambe del portiere della Fiorentina. Gol, sorrisi e cuore dedicato alla fidanzata Sofia. Ancora l’argentino – ben servito da Bojan – protagonista due minuti più tardi, ma Neto stavolta blocca senza problemi.
Lo spagnolo poco dopo lascia il posto al rientrante Borini, mentre Delio Rossi mette dentro un fischiatissimo Cerci al posto di Liajic. Il neo entrato ci prova subito, ma sulla sua strada trova Stekelenburg che di piede respinge. La Roma è completamente un’altra squadra rispetto al primo tempo e al 20’ arriva il raddoppio: Borini, entrato benissimo in partita, ruba palla a Salifu, passa a Totti che serve ancora Lamela. Stavolta il piede è il sinistro ma il risultato è lo stesso: gol e raddoppio. Il tre a zero arriva alla mezzora e la rete, meritatissima, stavolta è di Fabio Borini: Neto rinvia sui suoi piedi, l’attaccante dribbla Nastasic e fa passare, ancora una volta, il pallone sotto le gambe di Neto. La partita finisce lì, la Roma vendica il 3-0 del campionato, con mezzora di altissimo livello manda a casa la Fiorentina, trova la Juve ai quarti di finale (il 25 gennaio a Torino) e mostra, ancora una volta, quanto ormai il gioco di Luis Enrique sia entrato nella testa e soprattutto nei piedi dei calciatori. Oltre che nel cuore dei tifosi. Pochi, sicuramente, ma riscaldati dallo splendido secondo tempo della Roma.
Il Romanista – Chiara Zucchelli