La Repubblica (F.Ferrazza) – Il tormentone del momento, basato sul ritornello della canzone vincitrice dell’ultimo Sanremo, “Essere o dover essere, il dubbio amletico“, potrebbe esser riadatto al momento vissuto dall’allenatore della Roma: “Restare o dover restare, il dubbio spallettiano“. Si scherza sul futuro nebuloso del tecnico toscano, che rende nebuloso anche quello di un gruppo reduce dalla vittoria scacciapensieri di Bologna. Come una sorta di sipario alzato su un nuovo palcoscenico, i giallorossi si sono lasciati in fretta alle spalle i postumi della batosta post-coppa Italia, per immergersi completamente in una volata finale che potrebbe ancora – almeno matematicamente – voler dire scudetto.
Stretto tra un secondo posto da consolidare, tenendo a distanza il Napoli, e il vertice lontano sei lunghezze, Spalletti rinvia qualsiasi discorso legato alla possibilità di rinnovare un contratto in scadenza tra poco più di due mesi, convinto che a questo punto sposti davvero poco scoprire totalmente le sue carte con la società. Intorno ai pensieri focalizzati sulle ultime sette gare di campionato, aleggia l’ombra di Mancini, avvistato anche ieri nella capitale, per la precisione davanti a un noto ristorante dei Parioli. Nulla di clamoroso, visto che l’allenatore abita nella capitale, anche se la sua presenza in tribuna a Bologna, a vedere la partita della Roma, qualche campanello in più lo fa accendere. Il club di Trigoria fa sapere di volersi concentrare sull’ultima striscia di gare, perché il secondo posto è quanto mai vitale per il bilancio. Come il dg Baldissoni ha ieri ribadito, all’interno dell’Assemblea di soci «accedere alla Champions comporterebbe un significativo aumento di introiti, che aumenterebbero di quasi quattro volte». Cifre sostanziali e necessarie per la sopravvivenza del club, in attesa della realizzazione dello stadio a Tor di Valle che, come si è ieri sbilanciato l’ad Gandini, «sarà pronto per l’inaugurazione nella stagione 2020/21, salvo imprevisti ». Imprevisti che possono far sognare di sgambettare la Juventus, rendendo almeno complicata ai bianconeri – oggi impegnati contro il Barcellona – la conquista del sesto scudetto consecutivo. Inevitabile che qualsiasi discorso debba passare per una vittoria nello scontro diretto del 14 maggio all’Olimpico, anche se il vero momento decisivo di questa volata potrebbe essere a quattro giornate dalla fine: la Roma affronterà nuovamente la Lazio (30 aprile), la Juve l’Atalanta, poi i giallorossi avranno il Milan a San Siro, mentre il club di Torino avrà il derby.
Punto nodale di una volata che Totti spera di poter vivere un po’ più da protagonista. Anche perché potrebbe essere la sua ultima da giocatore. Non essere utilizzato con continuità sta creando qualche problema fisico e di tenuta, al numero dieci, che ha ieri ringraziato sui social lo stadio del Bologna per l’ovazione che ha accompagnato il suo ingresso in campo. Come gesto di rispetto nei confronti di Francesco, è stato poi ristrutturato e ridisegnato il murales a lui dedicato dopo lo scudetto del 2001 nel quartiere Monti. A metà del febbraio scorso, qualche vandalo aveva infatti deturpato il disegno con della vernice bianca, scarabocchiando anche una frase antisemita sulla parete accanto. L’immagine di Totti che indica il cielo con il dito, indossando la maglia del terzo scudetto, è stata nei giorni scorsi fedelmente riprodotta.