Roma, la notte dell’impossibile

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Il Messaggero (U. Trani) – Chissà se il più grande circo d’Europa accoglierà davvero tutti i suoi 99.534 spettatori (compresi 3000 tifosi giallorossi). Di sicuro, dentro il Camp Nou esaurito, si presenterà il Barça di Luis Enrique, l’ex tecnico giallorosso, e i suoi inimitabili trapezisti Suarez, Neymar e Messi. Se l’attacco del Barça capolista nella Liga fa paura, il tiqui taça blaugrana può rendere angosciante la notte della Roma. Non inganni il sole che batte allegro sulla Catalogna, perché la sera la temperatura si abbassa e produce brividi. Anche dentro questo tempio extralarge, adesso che Iniesta, 31 anni, si è ripreso la corona, andando a guidare, sabato scorso, il Barcellonaalla conquista del Bernabeu. Umiliati il Real, Benitez e Cristiano Ronaldo. Nella festa di Madrid, dopo il gol fantastico nel Clasico, Don Andrés ha festeggiato con il pollice in bocca, come fa l’amico Totti che, fuori per infortunio, stavolta non incrocerà in campo.

PROVA DI FORZA – Garcia, all’andata, è riuscito ad alzare la diga ideale per arginare l’onda blaugrana. Più che sul catenaccio, ha puntato sul sacrificio, mandando di traverso a Luis Enrique il ritorno nella capitale. Reparti stretti, squadra corta e ordinata, collaborazione tra i singoli. Il 16 settembre finì 1 a 1, l’unico pareggio di Lucho in 4 gare di questa edizione. La Roma quella sera usò l’equilibrio tattico e anche mentale che spesso è mancato in Champions ai giallorossi capaci di incassare 10 gol in 4 gare, 7 dei quali in trasferta. Solo il Bate e il Maccabi, tra le 24 squadre della prima fase, ne hanno presi di più: 11. La difesa, del resto, è la settima della serie A con 15 gol subiti in 13 partite e quindi continua a non convincere. Meglio non pensare ai numeri di questi rivali che in 19 partite stagionali hanno già realizzato 43 gol, con 35 firmati da Messi (6), Suarez (15) e Neymar (14). Nell’anno solare sono a 117, con l’argentino, out negli ultimi 2 mesi, già a 41.

STRATEGIA DA CONFERMARE  Il nuovo esame contro il Barcellona servirà a capire se le motivazioni contano più degli interpreti. La Roma, senza Gervinho e Salah, può lo stesso giocare in contropiede. Con Pjanic dietro a Dzeko nel 4-4-1-1 e la velocità di Florenzi, Iago Falque e, se avrà spazio, Iturbe. Ma conterà pure il pressing che non deve toccare esclusivamente a Nainggolan o agli esterni alti. Deve essere di squadra. L’attacco giallorosso ha steccato solo contro l’Inter, andando a segno in 16 delle 17 partite: 39 gol (29 in campionato e 10 in Champions). È da big, in Italia e anche in Europa.

BAYER-DIPENDENZA  Prima di entrare in campo la Roma saprà se, all’ultima giornata, potrà essere padrona del proprio destino. Alle ore 18, nell’Arena di Borisov, il Bate ospita il Bayer. Se la squadra di Leverkusen non vince, i giallorossi avranno la chance di andare agli ottavi battendo la formazione bielorussa il 9 dicembre all’Olimpico. In quel caso, anche se il Bayer superasse in casa il Barça sarebbe fuori: stessi punti della Roma che però sarebbe promossa perché in vantaggio negli scontri diretti, avendo vinto la sfida in casa del 4 novembre scorso e pareggiato quella in Germania il 20 ottobre. I risultato di Borisov interessa anche a Luis Enrique: se il Bate fa punti (successo o pareggio), il Barça sarebbe qualificato anche in caso di sconfitta contro i giallorossi. Per essere primo, però, stasera deve almeno raccogliere 1 punto. La Roma per passare con 1 turno d’anticipo deve vincere al Camp Nou dopo aver saputo che il Bayer non ha conquistato i 3 punti in Bielorussia. Ma il Barcellona in Champions qui non sbaglia mai: 8 vittorie consecutive (e 28 in 35 gare). L’ultima (e unica) sconfitta interna, 2 anni e mezzo fa (maggio 2013), nella semifinale contro il Bayern. La Roma, prima di giocarsi tutto con il Bate, può difendere l’imbattibilità con i blaugrana: 1 successo e 2 pari nei 3 precedenti. Il 3-0 del 5 agosto nell’ultima amichevole non conta.

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