La notizia (ufficiale) è arrivata: «Una volta firmato il contratto avevo già deciso. Sapevo che ero venuto a Roma nel momento del bisogno della mia squadra del cuore. Finito il campionato finisce il mio lavoro», la firma è di Claudio Ranieri, allenatore della Roma, che domani ospita la Juventus, con un altro tecnico quasi dismesso, Max Allegri. Se Agnelli vorrebbe cambiare (decisione ancora non ufficiale e vincolata all’esito del faccia a faccia), Pallotta deve (gli manca pure un ds: Petrachi si è promesso e ha fatto infuriare Cairo, che – per liberarlo – chiede giocatori della Primavera). La sensazione è che, per citare Conte, a Torino ci sono condizioni per vincere e quindi quella panchina avrà un padrone top (compreso Allegri), qui a Roma si rischia di ricominciare da capo. La Roma per ora non sceglie, aspetta. Aspetta che cominci il domino, che riguarderà inevitabilmente gente come Allegri, Valverde, De Zerbi, Gasperini, Gattuso, Giampaolo, Mihajlovic, ten Hag e pure Tuchel. Oggi Ranieri si ritrova a portare a termine un mini progetto con in testa un futuro che non c’è, con i giocatori – da Dzeko a Manolas – probabilmente distratti dal proprio destino: «E’ difficile dire se la partita di Genova si possa spiegare con tutto il bailamme che ci sta intorno in questo momento. Questo c’è in ogni società e in ogni squadra, fa parte del calcio mondiale, ok le chiacchiere, ma poi si deve stare concentrati in campo». Lo scrive Il Messaggero.