Pagine Romaniste (R. Gentili) – La Roma riprende in mano il futuro. Approfittando degli stop di Atalanta e Milan, i giallorossi non steccano nuovamente dopo Cremona. La Juve cade, dopo 5 stagioni, all’Olimpico. Il colpo del ko è di Mancini (53’). Poderoso tiro dalla distanza che non si alza tantissimo da terra ma finisce dietro le spalle dell’ex Szczesny. La Roma si mette al quarto posto.
LE PAGELLE
Rui Patricio 7,5 – In settimana si erano alzate voci sull’inaffidabilità, messe a tacere con mani e piedi. La campanella della ricreazione sta per suonare ed il rischio di pericolose interrogazioni sembra essere passato. Mentre prepara lo zaino, però, i bianconeri lo tirano in classe: sa rispondere al tiro da lontano ma potente di Locatelli, soprattutto sul colpo di testa di Rabiot prima del duplice fischio. Vola ed pare la mano di richiamo su Di Maria e basso su Danilo nel finale.
Mancini 7,5 – Boom boom, come Ray. Prima fa scattare l’allarme e Llorente dalla panchina, poi i tifosi in piedi. Un colpo preso rischia di portarlo subito fuori dal match, ma lo spirito guerriero lo fa restare in campo. Impeccabile dietro, ottiene il bonus per i tanti viaggi in zona avversaria effettuati. Fulmineo il tiro terra-(mezza)aria che rimette la Roma sul binario Champions.
Smalling 7 – Avvertita eccome l’assenza a Cremona, rientra di peso al centro della retroguardia. Mette due “a” nel compito: una di allontanamento, l’altra di anticipo. Anche troppo, se si pensa a quel tackle davanti l’area uscito sporco. Il volo d’angelo di Szczesny sul colpo di testa gli nega il gol.
Ibanez 6,5 – Nessun passo falso se non lo stacco a vuoto, con la palla che lo supera di poco, sul cross alla mezz’ora.
Zalewski 5 – Incassa la comprovata fiducia, ripetendo però l’avvizzita medesima prestazione. Lieve, a tratti inesistente, l’opposizione che fa alle discese di Kostic. La Juve produce cross e pericoli solamente dalla sua zona, da dove Rabiot colpisce di testa a fine primo tempo. La ripresa continua così. Anzi, se possibile anche peggio visto che attenta il vantaggio con un retropassaggio di testa snaturato. Prima di danni irreparabili, Mou lo richiama. (Dal 63’ Karsdorp 6,5 – Gestisce con grande sapienza e non affretta, ma perde un paio di palloni evitabili).
Cristante 6,5 – Magari arrancherà pure in più di qualche situazione, però se c’è da fare pulizia non si verrà mai delusi. Non lo è Mancini, che da Bryan prende e trasforma il pallone del gol. Il riposo, però, sarà comunque gradito, anche se obbligato visto il giallo e la conseguente squalifica contro il Sassuolo.
Matic 7 – A cento all’ora, ovunque. Indica, rientra e pressa. Anche troppo visto il giallo che alla mezz’ora lo frena. Più calmo, dosa i cambi di marcia ed è ugualmente vivo.
Spinazzola 6,5 – Si vive, soprattutto nel primo tempo, delle sue discese, non seguite a valle dai compagni. Dopo la pausa resta inizialmente nel rifugio per poi apparire in avanti scompigliando.
Pellegrini 6 – Ormai una costante: non al meglio, questa volta per la febbre, ma è titolare. Un recupero in area ad inizio partita è la miglior azione del primo tempo che firma. Va un po’ meglio dopo, quando aiutato dai rinati compagni prende sicurezza. L’impronta singola non la lascia, nel collettivo sì. (Dal 86’ Belotti sv – Vince quello che per lui resta un derby).
Wijnaldum 5,5 – Titolare bis, perché no. Resta dall’inizio dopo la prestazione convincente con la Cremonese. Si sposta in avanti, mancando dell’energia necessaria a far male. Quando ha la possibilità di creare qualcosa, si perde affannosamente. (Dal 73’ Bove 6 – Contiene).
Dybala 6 – Ex, quasi al veleno. Allegri non lo vedeva centravanti, Mou sì e dopo l’Inter lo riporta lì davanti per pungere il vecchio e tormentato amore. Ci prova, come sempre, per primo lui: Szczesny non è sorpreso dal tiro centrale. Segue gara di lotta, che non si presta ad abiti eleganti che sa cucirsi. (Dal 73’ Abraham 6 – Per dedicare il primo al figlioletto ci sarà un’altra occasione, oggi serviva sgomitare restare su).
Mourinho 7- Reintegrato dalla sospensione della squalifica, siede al comando. Architetta il piano “anti big”, come a San Siro contro l’Inter: Dybala centravanti. Oggi arriva la vittoria, quello che più conta, per merito di un difensore. Ed i pali oggi sono stati alleati.