Roma-Juve è un affare da giganti

La Gazzetta dello Sport (F.D.Valle) – Nel tempio del football americano, riempito per l’occasione da oltre 30 mila spettatori (più juventini che giallorossi) il primo Roma-Juventus della stagione, che è anche il primo senza Francesco Totti, finisce ai calci di rigore, con la Juve che la spunta al quinto penalty grazie alla rete di Douglas Costa. Decisiva la parata di Pinsoglio su Tumminello. È calcio d’estate ma ci regala qualche indicazione. Ci dice che la Juventus è comunque più avanti, perché ha mantenuto allenatore e modulo, e che la Roma sarà un osso duro se completerà la rosa e se la squadra assimilerà in toto il credo di Di Francesco.

AVANTI JUVE – La Roma dimostra di aver assimilato in parte i rudimenti del calcio di Di Francesco: si vedono gli esterni che cercano di allargare il gioco (Perotti) e anche di accentrarsi (Defrel). La squadra per 25 minuti è cortissima e fa molta densità in mezzo al campo, per questo la Juventus all’inizio ha faticato a trovare le punte. Il gol del vantaggio nasce da un errore della difesa giallorossa: gran palla di Alex Sandro per Mandzukic, che scarta Alisson e segna di sinistro. L’attaccante croato è tenuto in gioco da Juan Jesus, ma è Fazio che lo perde, lasciandoselo sfilare alle spalle. Concorso di colpe della coppia centrale romanista. La Juventus gioca meglio, probabilmente anche perché conosce a memoria le trame del collaudato 4-2-3-1: a parte De Sciglio, in crescita rispetto alle precedenti due apparizioni, la Signora è la stessa che ha sollevato il sesto tricolore di fila, per di più con la difesa di riserva (BenatiaRugani), nella Roma le novità del primo tempo sono Kolarov (uno dei migliori) e Defrel. Dal piede di Defrel nasce una delle due azioni pericolose dei giallorossi: all’8’ fa l’assist per Dzeko che tocca malamente e manda fuori. Poco dopo è ancora il centravanti bosniaco a toccare troppo piano su apertura di Perotti da sinistra (deviazione di Alex Sandro). Alla Roma però manca intensità, De Rossi e compagnia vanno in difficoltà sulle infilate della Juventus; Nainggolan e Strootman sono troppo pesanti per poter già essere in forma campionato e Peres è costantemente in difficoltà sulla destra, dove i bianconeri fanno male con Alex Sandro. Il brasiliano della Roma sembra a disagio da terzino nella difesa a quattro. Bene Marchisio nella doppia fase, Cuadrado pimpante ma un po’ impreciso nei cross.

PARI DZEKO – I primi 45 minuti si chiudono con un presunto fallo in area di Benatia su Perotti, ma l’arbitro ammonisce il romanista per simulazione (non pare rigore), la ripresa si apre con 5 cambi per la Juve (dentro Douglas Costa, Khedira, Lichtsteiner, Barzagli e Chiellini) e 2 per la Roma (Gonalons e Moreno). I giallorossi ripartono all’attacco e colpiscono una traversa con Strootman. La partita si accende per una gomitata di Dzeko (ammonito) a Chiellini e per una bella parata di Alisson su Higuain. Allegri ne cambia ancora e regala i primi minuti bianconeri anche a Bernardeschi, passando al 4­-3-­3. È una Juve diversa con le due mezzali che devono entrare e inserirsi. Nella Roma entra Under, ragazzino interessante. Non è un caso che con l’ingresso in campo del turco e di Gerson, oltre che di un buon Gonalons, i giallorossi riescano a trovare il pari: l’azione parte proprio dai piedi del turco, che passa al brasiliano, poi cross di Kolarov e Dzeko colpisce, complice Barzagli che se lo lascia scappare. C’è spazio anche per un tiro (fuori) di Bernardeschi prima dei rigori che premiano la Juve.

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