L’Olimpico si svuota e la protesta interrompe il suo silenzio. È stata una giornata particolare quella che ha accompagnato l’atteso calcio d’inizio tra Roma e Inter, l’ultima partita andata in scena in un palcoscenico privo per buona parte del suo pubblico. La chiusura delle curve combinata successivamente anche al settore dei distinti sud a causa dei cori discriminatori sollevati contro i tifosi del Napoli, ha scatenato il dissenso di una fetta della tifoseria romanista che si è presentata intorno alle 20 nei pressi dello stadio per manifestare e difendere la propria posizione contro la norma sulla discriminazione territoriale all’interno degli stadi italiani.
I circa 500 sostenitori giunti a ridosso dei cancelli del pre filtraggio hanno esposto un lungo striscione: «Settori aperti a metà, l’ultimo “stadio” di un sistema che fa pietà», prima di cominciare una lunga serie di cori rivolti a buona parte delle tifoserie avversarie. «O Vesuvio lavali col fuoco», «Noi non siamo napoletani», in una trafila che non ha risparmiato tifosi juventini, bergamaschi e laziali.
La protesta è proseguita anche durante la partita, dove molti dei tifosi hanno preferito ascoltare la gara attraverso le solite radioline, interrotte soltanto dai numerosi petardi esplosi nel tragitto intorno all’Olimpico. L’unico a farne le spese è stato un fotografo, che intento nell’immortalare lo striscione è stato colpito al volto da un pugno: una nota storta di una manifestazione ‘rumorosa’, ma terminata pacificamente sotto lo sguardo delle forze dell’ordine, rimaste ad osservare fino al fischio finale. Lo scoppio delle bombe carta all’esterno si sono contrapposte al clima ovattato respirato sulle tribune dell’Olimpico, dove la forma di solidarietà verso chi non c’era. è stata manifestata affiggendo tutti gli striscioni al contrario e lasciando spazio ad un unico messaggio posto al centro della Tevere: «Roma mai sola, basta discriminarci».
Il timido silenzio che ha accompagnato la partita sugli spalti ha trovato l’appoggio anche dei circa 300 tifosi interisti assiepati all’interno del settore ospiti: «In silenzio per solidarietà, Figc buffoni». Lo spicchio interista ha cominciato a cantare soltanto dopo il triplice fischi, sfogandosi con un chiaro e netto «Romanista pezzo di m….», a dimostrazione di una condivisione di ideali, espressa a volte sotto forma di un semplice insulto comune.
Il malcontento generale verso le istituzioni del calcio di casa nostra, ha registrato inoltre una manifestazione più contenuta andata in scena in mattinata di fronte alla sede della Figc in via Allegri. Circa un centinaio di tifosi romanisti si sono radunati intonando cori e esponendo striscioni rivolti contro il Giudice Sportivo Tosel, prendendo di mira anche le decisioni arbitrali che hanno condizionato il risultato dell’ultima partita vinta dalla Juventus nel derby con il Torino . «Dell’Italia siete i più forti a rubà le partite e insultà i morti», hanno invece scritto riferendosi agli striscioni degli juventini sulla tragedia di Superga. E via con le lamentele sui favori arbitrali: «Sempre ‘ste sviste arbitrali», «Figc soliti maiali», «Juventino ladro» e via dicendo.
Ognuno a modo suo è pronto a dimostrare le proprie ragioni. Questa sera infatti, i tifosi della Fiorentina lasceranno vuoti gli spalti del Franchi per i primi dieci minuti della partita contro la Lazio, per protestare contro le decisioni arbitrali durante l’ultima partita giocata dai viola a Parma e 25.000 cartoncini verranno mostrati in una coreografia contro il designatore arbitrale Braschi: l’ultimo dei tanti segnali lanciati dal tifo italiano contro la gestione del sistema calcio.
Il Tempo – A.Serafini