Roma incompiuta è all’ultimo bivio

Corriere dello Sport (R.Maida) – E’ una Roma forte, a tratti persino esaltante, ma non ancora grande nel senso compiuto del termine. Grandi sono le squadre che azzeccano i momenti topici, che scelgono il bivio giusto, senza denunciare difetti di personalità o di condizione atletica o di confusione tattica che le derubricano velocemente (e anche ingenerosamente, spesso) da vincenti a perdenti. In vista degli ottavi di Europa League in programma giovedì a Lione occorre tenerne conto.

CADUTE – In questa stagione troppe volte la squadra è venuta meno sul più bello. Quando doveva per forza conquistare il risultato, non necessariamente una vittoria, per festeggiare la riuscita di una missione alla sua portata, ha spesso sbagliato partita, o episodio, o comportamento. E’ successo nelle 66 ore folli capitate tra Lazio e Napoli, con il derby che ha in qualche modo intaccato le sicurezze della squadra fino a provocare, per la prima volta in tutta la stagione, due sconfitte consecutive, dalle conseguenze peraltro imprevedibili. Il pareggio della Juventus, che ha allungato a +8, non alimenta nemmeno tanti rimpianti a Trigoria, perché tutti ipotizzano che se la Roma avesse battuto il Napoli, assicurandosi il secondo posto con due mesi e mezzo di anticipo, la Juve non avrebbe frenato a Udine.

TESTA – Luciano Spalletti, giusto sabato, ha parlato di carenza di personalità dei giocatori, che non avevano il necessario coraggio nella gestione del pallone e in questo modo si sono consegnati ai contropiedisti di Sarri, Mertens in particolare. Ma era successo altre tre volte alla Roma, dal playoff di agosto contro il Porto allo scontro diretto con la Juve, con il fastidioso intermezzo della sconfitta di gennaio in casa della Sampdoria, di arrivare poco preparata, per tanti motivi, all’appuntamento che poteva garantire il salto di qualità. Un limite che non è stato ancora superato, evidentemente.

SPREMITURA – Ma la stanchezza giocatori quanto incide? Il condottiero sostiene che la Roma non sia stanca. E allora bisogna credergli perché soltanto lui, Spalletti, può verificare in toto muscoli e articolazioni della truppa. Certo è che tanti giocatori di stanza a Trigoria sono molto sollecitati. Nainggolan e Dzeko hanno già superato i 3.000 minuti in stagione, contando solo le partite del loro club. Se consideriamo anche le rispettive nazionali Nainggolan, utilizzato dal nuovo ct Martinez solo per due spezzoni di partita con il Belgio, sale a 3.126 minuti mentre Dzeko, capitano della Bosnia, ha già accumulato 3.384 minuti, per il modico totale di 42 partite giocate dall’inizio della stagione. Record assoluto della rosa e quasi del campionato italiano. Siamo più o meno al livello di Francesco Acerbi del Sassuolo che vanta un singolare primato stagionale: finora ha giocato tutti i minuti della sua squadra tra campionato e coppe per un totale di 3.420.

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