Il Messaggero (A. Angeloni) – Un bacio dal capitano. E’ bastato quello per rendere dolce un pomeriggio strano, affaticato, nel quale la Roma non sembrava per niente le. Pellegrini, dalla sua zolla, la stessa del Feyenoord, ha lasciato partire un tiro, pieno di tecnica e di sogni. La palla è finita all’angolino, il volo di Consigli è terminato con la palla che già era dentro il sacco. Gol, tre punti pesanti e via la stanchezza, con il sogno Champions sempre lì, più vivo che mai.
Il Bologna, che ormai è una realtà e non un fuoco di paglia, resta a uno scontro diretto di distanza, quello che la Roma dovrà giocare all’Olimpico il 21 aprile. De Rossi, lo abbiamo capito, è uno che sa vincere anche le partite sporche, quelle che arrivano quando fiato non ne hai abbastanza e le idee scarseggiano o sono meno brillanti del solito. Quelle che ti basta un gol e poi decidi di soffrire, perché sei in grado di farlo: una vittoria in stile Allegri (quello di un tempo), di corto muso. Il suo primo 1-0.
E’ una questione di scelte: decidi di buttare avanti qualche pallone in più, cerchi meno il fraseggio, le verticalizzazioni rapide, la giocata ad affetto, Vai sul semplice, sull’essenziale. A volte basta una palla ben piazzata in mezzo e Lukaku, che una volta servito da Spinazzola e un’altra da Pellegrini, mette a lato di testa. Romelu, poteva alleviate qualche pena alla Roma se solo ne avesse messa dentro una, ma non è andata così. Capita, era acciaccato. C’è voluto il tocco magico di Pellegrini per tirare su una partita un po’ piatta, prevedibile, sempre a rischio.