Ancora secondi senza meritarlo, con 21 punti in meno dell’anno scorso. E allora si va in ritiro sì, ma non subito. La Roma sceglie una soluzione a metà per punire i giocatori dopo la vergognosa prestazione di San Siro contro un Milan senza obiettivi: solo da domani mattina alle 10.30 dovrebbe scattare la «clausura», si fa per dire, dentro Trigoria.
La decisione non è stata ancora comunicata alla squadra, perché né Garcia né i dirigenti sono totalmente convinti sull’utilità di un ritiro. «Non sempre funziona» ha fatto notare l’allenatore a più riprese, lui che considera un’usanza molto italiana quella di mettere in castigo il gruppo. Mai come stavolta, però, si è arrabbiato per una partita giocata sotto ritmo dai suoi, quando la posta in palio era invece altissima. «Inquietante» l’ha definita Sabatini. E solo il pareggio del Napoli e il ko della Lazio hanno permesso alla Roma di conservare il secondo posto a +4 sulla quarta.
Ma la prova deludente di San Siro resta e il tecnico ritiene giusto isolare nel centro sportivo i giocatori nei prossimi giorni per non perdere la concentrazione e fare gruppo. Senza esagerare, però: il rischio è di caricare troppo la prossima sfida interna con l’Udinese che precederà il derby. Così è probabile che il ritiro duri tre-quattro giorni, con la libera uscita concessa almeno per venerdì, prima di ritrovarsi tutti in albergo sabato alla vigilia del match.
Intanto ieri Garcia ha radunato la squadra di prima mattina al centro sportivo. Appuntamento alle 7.15, con pochissime ore di sonno alle spalle visto che la Roma è rientrata a Fiumicino alle 2.30 di notte e solo in pochi si sono fermati a dormire a Trigoria. L’allenamento – di scarico in palestra per chi ha giocato titolare contro il Milan e sul campo per gli altri – è iniziato dopo il discorso molto duro del tecnico. «Avete fatto una partita inaccettabile – ha attaccato Rudi – forse non vi siete accorti che mancano poche partite: è suonata la campanella dell’ultimo giro, non avete più scuse».
Il gruppo ha incassato: le sfuriate di Garcia sono diventate ormai un’abitudine in questa stagione e diversi calciatori stanno già pensando alle prossime destinazioni. Vedi Cole e Skorupski, che hanno sfruttato la domenica libera per un pranzo a Ostia e una gita in barca. Nainggolan, invece, non si è voluto perdere la chiusura dell’International Tatoo Expo al Palazzo dei Congressi.
Ma perché il ritiro non è iniziato direttamente ieri? Innanzitutto per un impegno personale di Garcia fissato da tempo: l’allenatore è partito alle 11.15 di ieri verso Parigi e rientrerà stasera. Non ha incrociato neppure Sabatini, di ritorno da Milano in macchina solo a ora di pranzo. I due hanno comunque analizzato insieme sabato notte la situazione, concordando sul ritiro «differito» e spezzato in due parti da confermare oggi. I giocatori, ovviamente, l’avrebbero evitato volentieri. Oggi alcuni di loro (attesi, fra gli altri, Pjanic, Florenzi e Nainggolan) saranno di scena alle 19.30 al Foro Italico insieme ad alcuni tennisti degli Internazionali per un’esibizione di doppi misti organizzata da Roma Cares a scopo benefico, anche questa in agenda da tempo.
Poi da domani testa all’Udinese, con la consapevolezza che serve una vittoria a tutti i costi per avvicinarsi a un derby quanto mai decisivo. La Roma conserva ancora il destino nei propri piedi, ma solo grazie alla mediocrità delle avversarie. A fine stagione sarà inevitabile la caccia ai colpevoli: la rivoluzione non dovrebbe però riguardare i «piani alti». Sabatini continua senza sosta a lavorare sul mercato, anche se non può muovere passi ufficiali su alcuni giocatori senza sapere se potrà contare sul tesoro della Champions.
La società intende in ogni caso ripartire da Garcia che dal canto suo non pensa alle dimissioni, convinto di potersi prendere una rivincita se gli verrà messa a disposizione una rosa più competitiva, seguendo anche le indicazioni che darà sugli acquisti. Ma ora contano solo quei 270 minuti ancora da giocare. E altre figuracce non sono ammesse.