Spesso, nel calcio e non solo a Trigoria, si chiama in causa l’equilibrio di squadra. La Roma sa come si fa e si è visto nella scorsa stagione. Il pregio di ieri, però, è il difetto di oggi. A prescindere dagli interpreti, i giallorossi sembrano più fragili. Come riporta Il Messaggero, la difesa ha già incassato 26 reti. Il paragone con l’ultimo torneo è significativo: 28 gol subiti in 38 partite e reparto secondo a quello della Juventus campione. Appena 4 volte in 20 partite di campionato, Olsen non ha preso gol in casa solo contro il Frosinone. Eppure, con 4 successi in 5 partite ecco la svolta. La medicina però non è stata la compattezza, ha pesato l’efficacia. Sono lievitati i gol, con i quali la Roma ha ripreso quota in classifica. Minimo 2 a partita, addirittura media di 3, contando la sfida contro l’Entella (4-0) in Coppa Italia, nelle 4 partite giocate dopo Natale. La finalizzazione, comunque, fa la differenza soprattutto in campionato. Nelle ultime 3 gare all’Olimpico, sono serviti sempre 3 reti per vincere le sfide contro il Genoa (3-2), il Sassuolo (3-1) e il Torino (3-2). E in 2 match dei 3 il punteggio è stato sempre in bilico. In sintesi: questo gruppo deve sempre segnare a raffica per non perdere. Su 8 ko, compresi i 3 in Champions, solo a San Siro contro il Milan e alla Doosan Arena contro il Viktoria Plzen il gol non è servito a niente. Sono già 17 i marcatori diversi dell’annata. In serie A solo Gasperini, prossimo rivale, ha imitato Di Francesco. El Shaarawy è il miglior realizzatore con 6 gol, Kolarov con 5 è il testimonial della difesa che incide più davanti e della capacità di sfruttare le palle inattive.