Roma, il Gallo batte un colpo

Il Messaggero (A.Angeloni) – Un po’ c’è la Salernitana davanti, un po’ il futuro. La formazione che Mou manda in campo contro il Farense (vittoria per 4-2), ultima amichevole portoghese, è a metà tra la sfida con il Braga e quella con l’Estrela. C’è Bove (e poi Aouar), che sarà in campo nella prima di campionato e c’è anche Pellegrini, che giocherà spessissimo ma non con la Salernitana. 

Il tutto incastrato nell’ormai collaudato 3-5-2, con davanti Belotti ed El Shaarawy (nella ripresa, Dybala). Il futuro si materializza pensando al tanto desiderato centravanti che in questa occasione ancora non c’è ma presto ci sarà e intanto si risveglia Belotti, bravo sotto porta e nel lavoro lontano dalla porta: in arrivo Marcos Leonardo, che ha solo vent’anni e magari le porte si apriranno anche a uno più corposo e strutturato, come Morata (o chi per lui), che serve per compiere quei passi verso la Champions, sempre più vitale per un club, specie di chi fa la conta dei soldi e i conti con i paletti della Uefa. I soldi, Mou, ha scoperto che ci sono, almeno quelli sufficienti per pescare in Brasile un 2003 di prospettiva e ora si attende che ne arrivino altri dalle cessioni (Ibañez Karsdorp e chissà chi, dipenderà dalle offerte che si presenteranno), per completare il mercato secondo i dettami di Mourinho. Intanto nell’ultima serata in Algarve, José ha realizzato che avrà presto una punta, e chissà se gli basterà.

Lo Special comunque non perde il sorriso e tra una frecciata e l’altra (prima del match con il Farense, scherza a bordocampo con gli addetti alla comunicazione) sulle questioni di mercato, si va – come di consueto – ad accomodare su una panchina aggiuntiva a bordo campo per lasciare spazio a Rapetti (il preparatore atletico), che guiderà la Roma nella prima di campionato. Al di là dei buchi più o meno riempiti, il tecnico sta vedendo una squadra in crescita dal punti di vista fisico, capace di sbarazzarsi agevolmente dell’avversario portoghese, neo promosso nella Prima divisione. La sensazione, almeno da queste prime uscite, è che la Roma cerchi più un fraseggio (non sterile), puntando sulla qualità di alcuni elementi, prova non solo a buttare lungo il pallone, anche se certe volte diventa una soluzione necessaria. Il calcio della Roma è fatto di pressing alto e ripartenze. La prima rete arriva con un tocco maldestro di Artur Jorge, che si fa gol da solo mettendo in porta un cross di Belotti.

Che mezz’ora dopo raddoppia, in posizione di fuorigioco ma nessuno se ne accorge, traducendo in rete una respinta del portiere Velho dopo un tiro di El Shaarawy. Il Gallo ode il canto dal Brasile (Marcos Leonardo) e mostra cenni di risveglio dopo aver fatto arrabbiare Mou nell’ultima amichevole. L’ex Toro colpisce anche una traversa, e la palla rimbalza più dentro che fuori. La Roma continua a proporre gioco e a spendersi anche fisicamente, sono questi i momenti nei quali si deve crescere. Spina corre (anche Zalewski sta bene), Pellegrini va meglio e gioca tutta la partita, Cristante è il solito equilibratore, Mancini sempre concentrato e nella ripresa fa anche il vice Cristante in mezzo al campo. Con le due mezze ali capaci di fare su e giù, la difesa rischia meno, è vero che il Farense non è dello stesso livello della Roma ma si nota come i movimenti a scappare siano più naturali e i calciatori meno in affanno. Llorente fa il centrale tra Mancini Ibañez. Smalling si materializzerà nella ripresa, insieme con Ndicka, che sembra un po’ in ritardo di condizione rispetto ai suoi compagni: in affanno negli anticipi e spesso fuori posizione.

I carichi di lavoro si fanno sentire. Là davanti arrivano palloni quasi sempre puliti, come quello che Mancini pennella per Pellegrini, che taglia tutto il campo per andare a raccogliere il pallone nel cuore dell’area: controllo morbido e tris servito. La ripresa è allenamento puro (il Farense ne cambia dieci) sostituzioni a ripetizione, entrano un po’ tutti. Kristensen restituisce l’autogol del primo tempo, segnando nella sua porta la rete del Farense. Capita. Poi si chiude col terzo autogol della serata, di Silva, e con il 2-4 finale di Maxuel con tiro dal limite. Ecco Rui Patricio dopo la gara: «Non penso al futuro, anche se ho un anno di contratto sono concentrato sulla stagione. Vogliamo competere per la Champions, questo il nostro obiettivo».

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