Il viaggio in Emilia porta direttamente in Champions: la Roma, con le 2 vittorie di fila in campionato (3 con quella di giovedì scorso contro il Basaksehir), sale al 4° posto, mai raggiunto nella stagione scorsa. Il successo contro il Bologna (1-2), dunque, incide sulla classifica. Ma, guardando come è stato costruito, diventa ancora più significativo. All’attacco, sempre e comunque. Anche in inferiorità numerica, per l’espulsione di Mancini nel finale. Il gol di Dzeko, a recupero scaduto già da qualche secondo, arriva quando se lo aspettano solo Fonseca e i giocatori giallorossi. La storia del match si scrive nella ripresa. La Roma, rinfrescata dal turnover, quasi snobba il primo tempo. Rallentano anche Florenzi, Mancini, Veretout, Pellegrini e Mkhitaryan, i 5 titolari richiamati in causa. Solo due tiretti fino all’intervallo. Non è un caso che il risultato cambi su palla inattiva. All’inizio della ripresa la rete su punizione di Kolarov, carezza di sinistro dal limite, e quella su rigore di Sansone, entrata proprio del fluidificante mancino su Soriano punita dall’arbitro Pairetto. La Roma alza il baricentro per cercare il successo, ma rischia in contropiede. Grande intervento di Pau Lopez su Soriano. Mancini, in 15 minuti, prende due gialli: severo il primo, fallo su Soriano, giusto l’altro, bloccando Santander. Jesus per Mkhitaryan e per conquistare la punizione che fa arrabbiare i rossoblù. Veretout coast to coast, Pellegrini assist-man e Dzeko-gol. Il centravanti ritrova il gol in trasferta: l’ultimo in serie A, il 23 febbraio a Frosinone. Il 24, cioè il giorno dopo, la Juve vince al Dall’Ara, dove il Bologna festeggia poi 8 successi di fila e ricade solo contro la Roma. Che qui, 364 giorni prima, cominciò le pratiche per il divorzio da Di Francesco. Lo scrive Il Messaggero.