Il Messaggero (B.Saccà) – A Trigoria, nelle ultime stagioni, dev’essere cambiato il vento. È ormai evidente, del resto, che per cercare di indovinare la formula magica della vittoria i dirigenti e l’allenatore della Roma abbiano deciso di non inseguire più la brezza portata dai giovani, ma di sfruttare la corrente dell’esperienza. Così, inevitabilmente, l’età media della squadra si è impennata, rimbalzando oltre la soglia dei 27 anni. Anzi, a dir la verità, nell’annata appena cominciata il dato ha raggiunto il traguardo dei 27,4 anni e, di riflesso, ha riscritto il record della gestione americana. Per intendersi, l’indice attuale dell’intera della serie A è di 26,3 anni. Voltando lo sguardo, è facile notare le differenze: nella stagione 2011/2012, ad esempio, l’età media dei giallorossi si è fermata al segnale dei 26,3 anni, mentre nel campionato 2012/2013 è addirittura scesa alla quota dei 25,4. E qui la frizione con l’andare dell’attualità diventa chiara: perché, nell’arco di tre estati appena, la Roma è invecchiata di due anni netti, esatti fino al primo decimale. Quanto ai periodi più recenti, ecco i 26,2 anni «medi» legati alla stagione 2013/2014 e i 27,2 relativi a quella scorsa. Ma perché? Quale mutazione ha mai subìto la Roma?
IL PERCORSO – Come ogni numero, anche questo va contestualizzato. Innanzi tutto, per leggere meglio la mappa bisogna suddividerla in due parti tracciando una linea temporale, data dall’arrivo di Rudi Garcia. Insomma, prima di Garcia; dopo Garcia. Nella stagione 2011/2012, d’altronde, il ds Walter Sabatini e il dg Franco Baldini avevano consegnato a Luis Enrique una rosa colma di ragazzi, come Lamela, Bojan, José Angel, Kjaer. Inadeguati? Inadeguati. Il famigerato progetto di allora era saldato all’utopia di allestire una squadra giovane, capace di allinearsi al cammino dei successi dopo aver saltato l’ostacolo di qualche sofferenza. Naufragata l’idea, la Roma ha virato sull’oltranzismo di Zdenek Zeman, poi esonerato in favore di Aurelio Andreazzoli: in quella stagione, la 2012/2013, a Trigoria sono piombati giocatori come Castan, Goicoechea, Piris, Marquinho e Destro. Il livello dell’età media si è abbassato di nuovo, e la squadra è sprofondata nella buca del 26 maggio. Sarebbe potuta rimanere lì chissà per quanto tempo, se solo non fosse atterrato a Roma un tipo qual è Garcia. Addio al «Progetto», fuori i giovani meno bravi, dentro gente di mestiere: per tutti, Benatia, Maicon, Gervinho, Torosidis e De Sanctis. A certificare il lavoro di Garcia sono stati subito i risultati, e non soltanto la sequenza delle 10 vittorie iniziali consecutive. Giusto un anno fa sul volto della Roma è affiorata, però, qualche ruga di troppo: se è vero che gli acquisti di Manolas, Iturbe e Uçan, per dirne alcuni, non hanno saputo compensare gli arrivi degli attempati Cole e Keita, oltre che il naturale invecchiare degli altri componenti della rosa.
GLI EX GIOVANOTTI – Venendo alla cronaca, oggi la Roma sfoggia otto giocatori che hanno già festeggiato i 30 anni; vale a dire Totti, De Sanctis, Lobont, Keita, Cole, Maicon, De Rossi e Torosidis. È vero che negli scorsi mesi sono approdati ragazzi come Gyomber, Digne, Palmieri, Ruediger, Salah e Ponce, ma non è falso sostenere che Garcia, storicamente, tenda ad affidarsi poco ai giovani. Se sia per miopia sua, o per modestia loro, non è accertato. Di certo l’orizzonte del ricambio generazionale non può essere scansato, soltanto, con un colpo di vento.