REPUBBLICA.IT (M. PINCI) – La Roma che non dimentica il passato inaugurando una mostra sulla propria storia lunga 87 anni, guarda soprattutto al futuro. Non è un mistero: il piano di sviluppo aziendale previsto dalla gestione Pallotta non può prescindere dalla realizzazione di uno stadio di proprietà. Ma non solo: perché lo stadio sarà, nelle idee del gruppo statunitense che controlla il club, parte di un complesso commerciale e d’intrattenimento che punta a coinvolgere al proprio interno i più importanti marchi su scala globale. I partner Nike e Disney (che ingloba la Espn), ma contatti sono stati avviati anche con il colosso informatico Apple. Per assicurarsi un numero di visitatori straordinario anche nei giorni in cui l’impianto sarà inutilizzato. E, di conseguenza, incassi da record.
“Ci sono stati incontri con gli uffici di Roma Capitale su aspetti fondamentali come le infrastrutture”: così il sindaco Marino riapre la partita con il club per la realizzazione di uno stadio sull’area dell’ippodromo di Tor di Valle, nelle adiacenze dell’autostrada Roma-Fiumicino. “Ma il 9 dicembre – frena il primo cittadino della capitale – nell’incontro in Campidoglio abbiamo visto soltanto un rendering. Aspetti come la cubatura, i servizi e la viabilità non sono disponibili”. La Giunta ha chiesto alla gestione americana di onorare tutti i costi infrastrutturali per aumentare i collegamenti tra la città e l’area di Tor di Valle, comprese un’uscita apposita sul raccordo e una stazione ferroviaria.
In cambio gli uomini di Pallotta avrebbero chiesto più metri cubi – circa 30 mila – su cui si discute attualmente. Perché nonostante i costi esorbitanti, l’establishment romanista è convinto di poterli sostenere, riuscendo anche a generare utili. Come? Realizzando attorno all’impianto una serie di strutture commerciali e d’intrattenimento affidate ai più noti brand mondiali. Un polo da 200 mila visitatori al mese: accanto allo stadio, infatti, l’idea su cui gli americani sono al lavoro (“Per rendere il progetto cantierabile”, spiega Marino), prevede una serie di attrazioni firmate dai partner del club: Nike e Disney – Espn. Per farsi un’idea, si possono immaginare megastore del brand sportivo o ristoranti a tema simili a quelli che compaiono all’interno di Eurodisney: quelli romani, però, cavalcherebbero ovviamente tematiche sportive.
Della partita, però, non faranno parte solo Nike e Disney: perché i manager statunitensi hanno già avuto contatti anche con altri marchi. Come Apple, ad esempio. Per sondare la disponibilità a realizzare in quei metri cubi anche un Apple Center, verosimilmente il più grande d’Italia. Discorso avanzato, ma con il colosso informatico si era sondata anche la possibilità di un coinvolgimento nel “naming” dello stadio, discorso però fermo e di difficilissima percorribilità. Ovviamente, lo spazio esterno, in cui dovrebbero sorgere anche i nuovi campi di allenamento, la sede sociale, un mini impianto per le giovanili e un campus scolastico, sarà aperto ad altri grandi brand interessati. Facile allora immaginare che se dovesse andare in porto l’operazione Alitalia, anche Etihad possa diventare un interlocutore privilegiato, considerato l’interesse del gruppo orientato a sviluppare lo scalo di Fiumicino – tra l’altro vicinissimo a Tor di Valle – per farne uno dei principali hub in Occidente. La partita è aperta. La caccia al marchio, anche.