Roma-Genoa, tutte le dichiarazioni dei protagonisti al termine della gara.
Luis Enrique a Sky:
“L’obiettivo era vincere le 12 partite che mancavano, è quello che ho detto ai ragazzi dopo la sconfitta nel derby. Oggi non mi è piaciuta la partita. Il risultato è stato buono ma non siamo stati al nostro livello, abbiamo perso troppi palloni ed il Genoa ci ha messo in difficoltà. E’ mancato Totti? Io sono abituato a vedere come è andata la partita. Dopo il gol abbiamo avuto paura di andare a pressare e abbiamo fatto degli errori. I giocatori sono in forma? Sapevo che con questo preparatore atletico avremmo corso tantissimo, abbiamo creato 4-5 palle gol. L’atteggiamento è quello giusto e per questo sono soddisfatto. Adesso siamo sesti, è quello che meritiamo. Nelle prossime 10 giornate dobbiamo essere fiduciosi perché abbiamo delle qualità“.
Luis Enrique a Rai Sport:
“Credo sia stata diversa dalla partita contro il Palermo. Il primo tempo di Palermo è stato buono, il secondo siamo stati in difficoltà. Oggi non mi è piaciuta la squadra. L’atteggiamento sì. Ma oggi abbiamo faticato troppo nel possesso, anche se abbiamo avuto 4-5 palle gol. Adesso il nostro compito è vincere le 10 partite che mancano alla fine della stagione. Contro il Milan non saremo stanchi, stiamo dimostrando di avere un livello fisico molto alto. Per me sapere come hai vinto le partite è piu importante di vincerle. Dopo il derby la squadra ha sofferto tanto, è normale, c’era tanta delusione. La fiducia era venuta un po’ meno. Oggi siamo stati imprecisi molte volte, abbiamo persi troppi palloni. Ma la mia squadra deve sempre fare il suo gioco, non cambia la mia idea. Il pressing non ha funzionato come mi aspettavo, hanno tenuto per molto tempo palla. Ho spostato Lamela più laterale proprio perchè soffrivamo un po’ lateralmente. Marquinho e Bojan sono stati di un livello altissimo. Mi aspetto che Abidal e Muamba recuperino velocemente, nella vita e nel calcio. Sulla Disney chiederò ai miei figli. Credo ancora nella Champions, i tifosi in primis si meritano questo risultato, lavoriamo ogni giorno per questo obiettivo“.
Luis Enrique a Mediaset:
“E’ difficile essere una squadra costante. Succede a tutte le squadre, è difficile fare due risultati utili consecutivi. Oggi mi è piaciuto l’inizio, ma poi nient’altro. E’ stato bello non prendere gol, ma è difficile gestire una gara così. Siamo stati comunque troppo imprecisi. Alcuni automatismi non sembrano ancora oliati? Dipende dall’avversario, dallo stato dei calciatori. Oggi l’avversario ha fatto un grandissimo pressing, noi non siamo riusciti ad uscire bene dalla pressione. Così non mi piace vincere, ma è sempre importante farlo. Ora c’è il Milan, difficile giocare contro i campioni d’Italia, che hanno perso pochissimo. Sarà una bella sfida, già stiamo pensando a cosa fare a San Siro. Lamela? Non è stato preso per fare gol, non ne ha mai fatti tanti. E’ del 92, un giocatore incredibile, ma non voglio fretta per questi ragazzi. E’ un orgoglio poterlo allenare. Taddei e Josè Angel salivano molto meno? Stiamo lavorando, ma per me è sempre importante portare i terzini nella metà campo avversaria. Perdiamo palla con troppa facilità comunque, quello crea pericoli. Osvaldo esterno? Penso sempre che giocare con tre punte sia difficile per gli attaccanti, si devono sacrificare. La Champions è possibile? Abbiamo l’opportunità, ma sarà difficile, non abbiamo mai toccato certe posizioni… Una Roma cambiata dopo il derby? Due partite importanti per noi, che abbiamo giocato con una difficoltà in più. E comunque abbiamo giocato benissimo. I calciatori sono convinti di poter migliorare“.
Luis Enrique in conferenza stampa:
“Calo nel secondo tempo? Non sono d’accordo. Primo tempo è stato ‘malo’ e anche secondo tempo è stato ‘malo’. Abbiamo iniziato bene con un bel gol di Dani. Dopo non mi è piaciuta la partita, siamo stati in difficoltà e non abbiamo fatto il solito pressing. Nel secondo tempo, pur non giocando bene, abbiamo creato. Mi piace il risultato ma non la partita. Il Genoa ha pure meritato di pareggiare. Tatticamente non stiamo cambiando niente. Cerco di migliorare ma cerco di fare la mia idea calcistica. Lo stato d’animo è fondamentale per i calciatori. Normale che la squadra ha sofferto, era una partita sentita e da vincere. I miei giocatori hanno sempre l’atteggiamento giusto, ma non conta solo vincere. Come oggi non si vince tante volte. Forse sbaglio ma così la vedo io. Segniamo poco? L’allenatore ha l’obbligo di far avvicinare le punte alla porta avversaria ma non è facile. Oggi Frey ha fatto 4-5 parate bellissime. Non è facile fare gol. La nostra squadra ha calciatori che hanno questa abilità. Noi continuiamo a migliorare la squadra, questo è il mio lavoro. La classifica dice la verità. Adesso noi siamo sesti in classifica, non meritiamo di più fino ad adesso ma possiamo migliorare. Mancano dieci partite. Questo è un campionato molto chiuso, siamo cinque sei squadre che lottano per l’Europa e sarà difficile. Lazio e Udinese sono state sempre terze e quarte. Anche Inter, Napoli, Catania sono lì. NOn è chiuso per nessuna squadra. Vedremo. La Curva Sud stasera ha scritto: La nostra voce merita sfide europee. Cosa prometto ai tifosi? Non posso promettere niente. L’unica cosa che dico è che per noi è importante il pensiero dei tifosi. Anche oggi sono stati fedeli alla Roma. Meritano non solo di stare in Champions League ma di vincere anche i campionati. Noi facciamo tutto il possibile e lo faremo fino all’ultimo. Meritano tutto senza dubbio“.
Luis Enrique a Roma Channel:
“Quando si arriva vicino alla porta avversaria c’è tanta densità. Non è facile quando si ha troppa foga di segnare. Non sono deluso solo del secondo tempo ma anche del primo. Non per l’atteggiamento dei calciatori. Bisogna sapere perché si vince. Non abbiamo fatto bene il pressing e siamo stati imprecisi nel possesso di palla. L’avversario forse ha tenuto più palla di noi. Non mi piace, è un nostro segno di identità. Capisco che la squadra vuole vincere ma bisogna anche sapere perché vinciamo. Il Genoa è stato bravo nel tenere il possesso palla, ma noi abbiamo sbagliato qualcosa di troppo sul pressing. La vittoria alal fine è il dato più positivo. A Milano cobbiamo pensare di fare una grande partita. Certo che ci sono state partite che ci hanno messo in difficoltà, il secondo derby ha avuto effetti collaterali nella squadra ma noi siamo riusciti a vincere due partite di seguito e non abbiamo preso gol. Stiamo cercando di capire cosa non facevamo bene. La squadra ora è più convinta ma dobbiamo tornare al nostro gioco e alla nostra identità. Dobbiamo vincere le partite in modo più forte. In una squadra che vuole vincere anche la panchina è importantissima, faccio i complimenti a Marquinho e a Bojan, sono entrati con la mentalità giusta. Siamo una squadra forte se siamo tutti a disposizione e con la mentalità giusta“.
De Rossi a Mediaset:
“Meno 4 dalla zona Champions? Un pizzico di paura c’era, avevamo paura dei tonfi già fatti in passato. Non vedo le altre squadre che vincono con la sigaretta in bocca. Miglioreremo, ma ricordiamoci di partite tipo quella di Genova, dove abbiamo dominato ma preso 0 punti. Ora il Milan? Faremo la nostra partita, a volte abbiamo sbattuto il muso ma abbiamo sempre proposto il nostro gioco. Così continueremo. Chi temiamo in particolare per il terzo posto? La classifica dice Lazio. Oggi non mi sono abbassato sulla linea difensiva? Dovevo marcare Palacio, loro non avevano esterno e oggi dovevo fare un lavoro diverso. Borini? Non lo conoscevo, ma mi impressionò una volta in Under 21 con Gabbiadini. Si allena come gioca e viceversa, sempre mille all’ora. Spero e credo che continui così, è un ragazzo a posto. Lo striscione della sud? L’avevo visto, ma sfondate una porta aperta: meritiamo l’Europa ma dobbiamo conquistarcela. Comodo riposarsi il mercoledì, ma le trasferte europee ci mancano. Speriamo di diventare più continui in questo finale di stagione“.
De Rossi Roma Channel:
“Il futuro è dalla nostra parte? Il presente non è ancora il massimo della vita. Speriamo che il futuro lo sarà. Non è un’annata facile, adesso ci stiamo rilassando la testa, è un’annata particolare, di costruzione, non si poteva pretendere nulla e nessuno lo ha preteso, la cosa più importante è stata questa. Oggi abbiamo anche ringraziato prima del riscaldamento i tifosi perché quest’anno non c’è stato un fischio, una polemica, una contestazione, nonostante ci siano stati momenti non proprio felicissimi a livello di risultati. Se il valore della Roma è da sesto posto? No, il valore dell’organico, secondo me, è da posizioni più alte, ma credo molto nella classifica e ci sono squadre che fino a poche settimane fa erano 8, 9, 10 punti sopra di noi, ma la classifica parla chiaro, adesso ci stiamo riavvicinando e sarà un bel finale di campionato“.
Sabatini a Roma Channel:
“Noi siamo molto ben abitutati. La vera rivoluzione l’hanno fatta i nostri tifosi. Ci danno una spinta fondamentale per portare avanti niente di speciale ma le nostre idee sul calcio. Per noi è incoraggiante il loro supporto e agisce anche da controllo. Ci obbliga a cercare di fare il massimo tutti i giorni. Sono molto contento dell’ingresso in campo di Bojan, veramente una scheggia, e anche di Marquinho ha preso confidenza e sta cercando di arrivare a una condizione che gli permette di fare 90 minuti. Non voglio parlare di Champions, di terzo posto, voglio evocare l’orgoglio che devono avere i calciatori forti e che deve essere reclutato sabato contro il Milan. Andiamo a Milano consapevoli che loro sono i primi, vogliamo misurarci con loro ed essere all’altezza. Chi vedo favorito nella lotta per il terzo posto? Il Napoli pensavo perdesse qualche colpo dopo la partita di Champions e invece ad Udine ha dimostrato di avere carattere è una squadra che non molla. Il morale dopo il derby era decisamente sotto i piedi ma abbiamo avuto la forza di reagire, dobbiamo pensare gara per gara e ora ci aspetta quella contor il Milan. Luis Enrique? Conoscendolo credo che avrebbe barattato volontieri la partita di andata con questa. E’ una sua caratteristica, il rigore morale e intellettuale. Quella che mi piace di più, nella vita e nel calcio è una qualità rara, probabilmente unica. Anche noi abbiamo rammarico quando veniamo penalizzati. Ma abbiamo deciso di non fare riferimento a certe cose. Il linguaggio dell’allenatore è quello della società. Con tifosi come questi che con lo striscione di oggi hanno dimostrato di esserci superiori nella valutazione del momento storico, l’allenatore deve essere sincero“.
Osvaldo a Sky:
“L’importante è aver vinto, ci tenevo al gol perhe il 2012 è iniziato malissimo. E’ servito a portare a casa i tre punti che ci servivano per restare vicini alle zone europee. Pian piano che passano le partite troviamo gioco, equilibrio, identità… forse non abbiamo giocato benissimo ma in difesa ce l’abbiamo messa tutta. Terzo posto? Certo, così poi ce ne andiamo tutti a casa, in vacanza“.
Osvaldo a Mediaset:
“Ce la possiamo fare per il terzo posto, manca ancora tanto. Piano piano troviamo il nostro equilibrio ma dobbiamo fare i complimenti anche al Genoa che è spesso riuscito a toglierci la palla. In difesa siamo stato ordinati, il risultato è giusto. Gli Europei con la Nazionale? Sarebbe un sogno per me“.
Greco a Roma Channel:
“Chi sta bene gioca e questo è importante. Il mister dà una possibilità a tutti per cercare di mettersi in mostra.E’ da Basilea che non segno, spero di segnare al più presto. Nel secondo tempo abbiamo avuto molte occasioni che non siamo riusciti a sfruttare come a Palermo. Oggi erano fondamentali i tre punti. A Roma si passa da un eccesso a un altro. Lavoriamo partita per partita. Un occhio alla classifica bisogna darlo per forza. A Milano andiamo concentrati e fiduciosi anche per quello che babiamo fatto oggi“.
Marquinho a Roma Channel:
“Dopo il gol siamo arretrati e abbiamo faticato ad uscire. Oggi di postivo oltre al risulatato c’è l’atteggiamento e la voglia di vincere. E’ vero abbiamo giocato meno bene del solito. Credo che la Champions sia alla nostra portata, abbiamo una squadra con delle ottime qualità e il terzo posto non è lontano. Con Luis Enrique mi trovo molto bene, è un grande allenatore propone il futuro del calcio, fa giocare e insiste sulla circolazione del pallone. Credo di potermi guadagnare la sua fiducia. Sono arrivato in Europa con una buona maturità, calcisticamente parlando, e questo secondo me è un vantaggio. Erano tre mesi che non giocavo novanta minuti, sto migliorando anche fisicamente“.
FINE