Roma e Fiorentina, chi è la più bella del reame?

spalletti

Leggo (F.Balzani) – «La Fiorentina è un’opera d’arte, ma noi siamo un capolavoro». La butta sull’estetica Spalletti a poche ore da Roma-Fiorentina di stasera che vale un pezzo di qualificazione in Champions. È la sfida tra due capitali, tra le due città d’autore per eccellenza. Ma soprattutto tra le due squadre più belle del 2016. Merito di due allenatori che si stimano. «Della Fiorentina temo quello che hanno fatto negli ultimi 3-4 anni e in quello che ha aggiunto Sousa – ha continuato Spalletti – Hanno creato un calcio moderno e spettacolare. Tra quelle di testa è la squadra che ha lavorato meglio. Sa cambiare pelle in corsa, ha tanta qualità». La Roma ha intrapreso un cammino simile:«È vero, abbiamo entrambe la qualità di voler comandare il gioco. Bisognerà essere più bravi di sempre. Se loro hanno fatto un’opera d’arte, noi abbiamo fatto un capolavoro nell’apprendere cose nuove, nel ribaltare una situazione. Loro più stanchi? Tra 4 giorni non dirò ai miei giocatori che sono più stanchi del Real».

Prima c’è da battere i viola e Spalletti potrà contare sul recuperato Nainggolan (out Falque per febbre), ma stavolta niente spifferi:«Non posso dare anticipazioni. Dzeko? Può darci la possibilità di salire. Ha fatto bene però anche subentrando». La sensazione, visto anche il lavoro in settimana, è che il bosniaco ci sarà e non è escluso che Spalletti decida a sorpresa di riproporre il 4-2-3-1 con Salah, Perotti ed El Shaarawy dietro a Edin che ieri ha suonato la carica: «Se battiamo i viola il 2 ̊ posto è possibile». Chi non ci sarà, in un Olimpico ancora semivuoto (35 mila spettatori), è la Sud che con uno striscione al Colosseo ha invitato il tecnico a pensare solo ad allenare:«Non sono bastati i risultati. Spero nel buonsenso di tutti quelli che gestiscono questo confronto. Ad Empoli ci siamo sentiti molto comodi nell’abbraccio del nostro pubblico». Poi, riprendendo le critiche di Burdisso sul poco lavoro di Trigoria, è sibillino: «Se ci prestano Burdisso per una settimana gli facciamo vedere che lavoriamo tutti al massimo. Roma è l’ambiente ideale per lavorare, ma nella vita ci sono delle persone che non fanno, poi ci sono quelli che fanno e quelli che si accodano. Per stare ad un buon livello tengono l’ambiente basso perché così si possono intrufolare. Quelli che non vogliono migliorarsi devono andare via. I ragazzi però hanno imboccato la via giusta». La pensa così anche Pallotta: «È carico di entusiasmo, l’ha trasferito alla squadra. Se mi sento solo? No. Stanno tutti con me».

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