Daniele De Rossi, tecnico della Roma, ha parlato dopo il passaggio del turno con il Feyenoord. Queste le sue parole:
DE ROSSI A SKY
Che partita è stata? E le emozioni?
Bello ricordare tutto. La mia prima notte europea. È stato molto bello che sia finita così, penso sia una vittoria meritata, li abbiamo messi in difficoltà. Forse il miglior modo di vincere, molto al cardiopalma da romanisti, abbiamo questo modo di dire, mai una gioia. Siamo una grande squadra con un grande stadio e spesso vinciamo anche noi.
Svilar?
È precoce ma è forte, di testa è sereno e lo era anche quando giocava di meno. È supportato dalla squadra e da Rui Patricio, che è un uomo meraviglioso, dietro c’è uno studio di tutto per i rigori.
Pellegrini?
Giusto che si tolga queste soddisfazioni, giusto che ci sia il suo nome per come si comporta e per il giocatore che è. Per come lo conosco io è giusto, e per alcune cose vissute al di fuori. Lui è un grande giocatore.
Lo stadio?
Era un abbraccio allo stadio, era una cosa che lo richiedeva. È prestino per festeggiare, sono i sedicesimi, ma questa gente va ringraziata, c’è stato un amore e un supporto incredibile. Mi vergogno ad andare sotto la sud ora, da giocatore era più naturale. Mi contengo anche perché non posso salire sul cancello come quando avevo 25 anni.
Come si migliora?
Dobbiamo lavorare tanto, anche dopo tanti anni i giocatori vanno aiutati sull’aspetto mentale. Noi dobbiamo lavorare su quei concetti, che forse stufano, ma aiutano a portare avanti i buoni risultati.
La Roma non vinceva ai rigori in casa dal 2002, ricorda chi ha tirato?
Quella sera era più importante per me perché ero giovane era una delle prime partite e volevo dimostrare. Quel Roma Triestina per me era una finale di Champions. Sui rigori volevo sottolineare che avevo 6 rigoristi pronti, Ho dovuto lasciar fuori Angelino, è un buon segnale, perché in alcune squadre a volte non succedeva. Un esempio buono come Buffon a Berlino che voleva batterlo.
Perché la Roma non dura 90’?
Ogni partita è diversa. Non teniamo 90’, non è facile e ricordiamo ci sono gli avversari. Abbiamo affrontato una squadra che può fare la Champions, che ha preso il pallino ogni tanto. Ci può stare la stanchezza, ovviamente dobbiamo lavorare e capire perché non riusciamo. Anche lavorare di testa per tenere il campo. Al 120’ ho visto tutti pronti a scattare per Lukaku… il portiere gli ha fatto un miracolo, quindi di benzina ancora ce ne era.
DE ROSSI IN CONFERENZA STAMPA
Vittoria quasi storica questa ai rigori, cancella un tabù, cosa può dare a livello mentale?
Ai rigori puoi vincere o perdere, questa cosa doveva finire prima o poi. Abbiamo dato una spallata al fatalismo, a tutte queste espressioni che abbiamo come il mai una gioia, abbiamo fatto più di 180’ fatti nella maniera giusta, soffrendo a volte ma costruendo tante occasioni, il primo tempo dovevamo finirlo in vantaggio. La differenza poi la fanno i calciatori, avevamo 6-7 calciatori che volevano calciare il rigore, poi i rigori si possono sbagliare perché succede. Ero veramente sereno perché avevo visto i ragazzi super carichi, è sempre una responsabilità delicata.
Hai scelto tu i rigoristi?
Sapevamo che sarebbero stati diversi dagli undici titolari, ieri abbiamo parlato con i giocatori, ieri per esempio Zalewski li aveva segnati tutti, immaginavano che ci sarebbe stato Zalewski e non El Shaarawy, Angelino e non Spinazzola, Aouar e non Pellegrini. Abbiamo dovuto eliminare per forza Angelino che ha un piede favoloso, sono contento per Zalewski che lo ha segnato, sono contento per Aouar. Avevo giocatori pronti, una panchina che ha spinto i compagni, ho un portiere che ha parato i rigori e uno che ha festeggiato come se li avesse parati lui, il calcio finisce ma gli uomini restano e Rui Patricio è un grande uomo.
L’abbraccio con Lukaku che significato ha? Gli infortunati?
Il rapporto è meraviglioso, è un professionista incredibile, ha corso come un dannato, al 121’ ha rischiato di portarci agli ottavi direttamente, forse così è stato più emozionante, per lui sarebbe stato meglio di finirla qui. L’abbraccio è stato emozionante, inizio ad affezionarmi ai ragazzi, mi hanno bene umanamente e dal punto di vista del tecnico, mi hanno dimostrato che quello che faccio è credibile, si fidano, vanno a 2.000 in allenamento, ho abbracciato Lukaku e tutti, poi siamo ai sedicesimi di finale, è presto per i DVD. Penso che abbiamo vinto meritatamente. Llorente ha un trauma cranico ma penso non sia niente di grave, poi dobbiamo controllare un paio di giocatori, Pellegrini sentiva il solito flessore un po’ duro e contratto, abbiamo visto anche Aouar che secondo me è entrato bene e con qualità. Va più forte in partita che in allenamento, abbiamo bisogno di queste gare, magari non sono giocatori che fanno gridare alla sorpresa, ma Aouar si allena sempre bene mi piace più quando entra che in allenamento.
Hai superato anche l’ultima interrogazione per essere allenatore della Roma?
Gli esami non finiscono mai, ne ho uno ogni tre giorni. Non mi sento sotto esame, faccio il mio lavoro e ai ragazzi parlo di volontà, chiedo loro di scattare al 100% della velocità, se ci pensi è follia, io dico loro di scattare e se hai questa volontà le cose ti vengono meglio in campo e nella vita. Io devo scattare, non sto a pensare quanto durerà, se 4 mesi o di più, questo lavoro mi piace tanto, già mi scoccia pensare al Torino, lavoro anche per serate come questa. Non è che dobbiamo riempire subito il Circo Massimo, ma dobbiamo godercela un po’. Mi piace condividere questa gioia con i ragazzi e i tifosi, contento che siano felici.