Andrine Hegerberg, giocatrice della Roma Femminile, è stata intervistata da Roma Radio. Ecco le sue parole:
Nove punti nelle ultime tre partite, cos’è cambiato in voi come squadra dopo la partita persa con il Milan all’esordio?
Sì, abbiamo avuto un inizio duro con il Milan, speravamo di poter prenderci i 3 punti; il risultato finale, di 0-3, non è stato sicuramente un risultato giusto perché in generale non abbiamo giocato male. Quindi abbiamo iniziato a lavorare più duramente insieme, abbiamo ottenuto 3 vittorie di fila e stiamo migliorando sempre di più. Il nostro obiettivo è prenderci sempre i 3 punti a disposizione.
Due gol nei primi minuti contro l’Empoli e due gol nei primi minuti contro il Verona. Quanto è importante l’approccio nel calcio italiano?
Abbiamo segnato subito in tutti e due i match, penso sia una cosa importante perché ci permette di avere un buon impatto nella partita. Quando l’arbitro fischia l’inizio dobbiamo farci trovare pronte. Tra l’altro abbiamo segnato anche dei gol molto belli, dobbiamo continuare su questa strada.
Quali delle tue compagne ti ha stupito di più sul campo?
Serturini ha segnato un bellissimo gol contro la Fiorentina, ma non mi sorprende perché vedo le mie compagne ogni giorno e so di cosa possono essere capaci, il livello individuale è veramente alto. Per questo non sono sorpresa di vederci fare cose positive nelle partite. Spero solo che possiamo continuare a far vedere ai tifosi tutta la nostra qualità, perché nella squadra ce n’è davvero molta. Le mie compagne hanno vari stili di gioco e caratteristiche diverse, spero di vedere sempre di più questi aspetti in partita.
Qual’era il tuo idolo calcistico da bambina? E perché?
Da piccola guardavo tanto calcio italiano perché era sempre in tv. Guardavo i big match ed ero una tifosa della Roma, adoravo Totti naturalmente ma per qualche motivo particolare mi piaceva tanto Mexes, forse per il suo lato un po’ trendy. Devo ammettere che ero anche una tifosa del Barcellona, soprattutto di Ronaldinho e Puyol… non ha molto senso visto che sono una centrocampista.
Qual è la tua migliore amica nel calcio?
La mia miglior amica, forse è una risposta banale, è mia sorella Ada che gioca nel Lione. Ci sentiamo quasi ogni giorno, siamo molto legate, quindi dico lei. Ho giocato a Parigi, a Birmingham, ho molto amici in giro, sono contenta di aver fatto amicizia con tante persone durante la mia carriera. Ma se te ne devo scegliere proprio una ti dico Ada.
Quale consiglio daresti a una bambina che vuole diventare una calciatrice?
Ci sono tante cose alle quali pensare, la prima forse è cercare di divertirsi giocando. Quando ero piccola ho passato molto tempo da sola a calciare il pallone contro un muro, o a provare i dribbling chiedendo a mia mamma e a mio papà di aiutarmi a fare le cose per bene. Penso sia importante essere aiutati per imparare le tecniche giuste e non quelle sbagliate. Qualcuno ride quando lo dico, ma un’altra cosa importante è quella di mangiare e dormire bene; questa è una delle cose fondamentali per avere successo. Quindi sì, divertitevi con il pallone ma dormite anche bene!.
La tua è una famiglia di calciatrici, com’è nata questa passione?
Mia madre e mio padre sono due ex calciatori, poi sono diventati allenatori. Ho un fratello maggiore, Silas, che ha avuto un ruolo chiave nella mia conoscenza del calcio, e poi si è aggiunta anche mia sorella. Quindi c’è stato sempre il calcio nel nostro giardino, anche dentro casa nostra in verità…abbiamo giocato da quando eravamo bambini, fino a quando non è diventata una cosa più seria. Quindi sì, è iniziato tutto con i miei genitori, poi con mio fratello e per ultima con mia sorella.
In Norvegia, in Germania e con la Nazionale hai giocato con tua sorella Ada. Com’è avere una sorella come compagna di squadra?
È divertente, è una delle cose che amo di più da calciatrice. Lei è attaccante, io centrocampista, funzioniamo molto bene in campo e abbiamo anche un rapporto molto sincero, se non siamo soddisfatte dei passaggi o dei movimenti ce lo diciamo tranquillamente. Quello passato nella stessa squadra è stato un periodo divertente e spero che possa ricapitare in futuro.
In Francia invece hai giocato contro tua sorella. Com’è invece averla come rivale?
Questa è una storia completamente diversa anche se quando ci siamo affrontate è stato comunque divertente. So che lei lavora duramente quanto me, ci ammiriamo molto, le auguro sempre il meglio e lei lo augura a me, ma sul campo pensiamo solo a vincere le partite. Sicuramente è più difficile per i nostri genitori guardarci… è comunque divertente affrontarsi nei 90 minuti.
Da bambina eri già una tifosa della Roma e sei finita a giocare qui a Roma. Perché eri una tifosa della Roma, negli anni 90 non era così consueto per una bambina norvegese…
No assolutamente, è qualcosa di speciale. C’è un Roma Club in Norvegia che mi ha fatto la stessa domanda visto che nessuno di solito tifava Roma al tempo. La risposta è che non ne ho veramente idea, guardavo le partite in tv, mi piacevano le maglie, i colori. E poi sono venuta in vacanza a Roma, ho comprato delle maglie da gara, avevo Totti come idolo, tutti lo amavano…questa è la storia.
Cosa ti manca di più della Norvegia?
Buona domanda. Per il momento è come se vivessi in una bolla, penso solo ad allenarmi e a stare con la squadra. Quindi non penso mai a cosa mi manca ma a quello che posso trovare qui, penso sia più facile viverla così altrimenti si rischia di cadere un po’ nella tristezza. Naturalmente ho una famiglia, degli amici e un compagno in Norvegia, questo è quello che mi manca di più, insieme a qualche piatto tipico. Tornerò a casa per Natale o durante le vacanze ma per ora cerco di godermi questo momento. Non passo il mio tempo ad avere nostalgia di casa ma sicuramente qualcosa mi manca. Lì adesso ci saranno 4 gradi mentre qui ce ne sono 25, direi che mi piace anche stare qui.
C’è qualcosa di Roma che ti ha impressionato? Hai avuto la possibilità di girare la città?
Sì ho cercato di fare qualcosa, anche con qualche compagna, perché penso sia utile distaccarsi dal calcio. È molto bello passeggiare per la città ed esplorarla un po’. Avevo già visitato alcuni posti famosi quindi preferisco andare alla scoperta dei vicoli o delle attrazioni meno turistiche, cercando di immedesimarmi nel cittadino più che nel turista. La città è bellissima, trovi bei posti ovunque e degli ottimi ristoranti, amo la cucina italiana.
Negli ultimi mesi sei stata in alcune città italiane come Napoli, Verona e Firenze. Quale città ti piace di più e quali altre città italiane vuoi visitare in futuro?
Con alcune compagne, ci piace visitare posti nuovi. Sono state a Firenze, Verona e Napoli; è divertente notare come ogni città abbia la sua personalità e i suoi piatti tipici. A Verona abbiamo provato il risotto; c’è bellezza ovunque e in maniera diversa, è veramente piacevole notarlo.
Come passi il tuo tempo libero qui a Roma?
Le persone pensano che ci alleniamo solo un’ora e mezza al giorno ma in verità la giornata è molto lunga; passiamo molto tempo nel centro dove ci alleniamo e pranziamo. Abbiamo iniziato a prendere lezioni di italiano, stiamo migliorando ma penso sia troppo presto per il momento fare un’intera intervista in italiano… quindi sì, ogni tanto cerchiamo di andare in giro per la città per rilassarci un po’ oppure spesso ci ritroviamo a cucinare tutte insieme per pensare ad altro rispetto al calcio. Come squadra passiamo veramente tanto tempo insieme.
Quale musica ascolti solitamente prima di una gara?
Ascolto tanta musica, di diversi stili. Prima di una partita ascolto “Don’t play that song” di Aretha Franklin, le persone rimangono sempre molto sorprese quando lo racconto. Ascolto anche il gruppo del mio compagno, si chiama Lemaitre e lui suona la chitarra e il synth; spesso ascolto qualche loro canzone per caricarmi prima di una partita.