Corriere dello Sport (R. Maida) – I ventenni del Como, Nico Paz e Diao, spaventano a Roma soprattutto per il momento: Ranieri viene da un filotto pazzesco, partito proprio dopo la tremenda sconfitta del Sinigaglia, ma si è soltanto accostato alla zona Euro. Le vittorie di Fiorentina e Bologna non permettono passi falsi, che pure possono capitare quando giochi ogni tre-quattro giorni. Le statistiche dicono che sarebbe un’impresa: da cinque anni la Roma non infila quattro successi consecutivi in Serie A. Negli ultimi campionati, per una coincidenza quasi magica, la Roma ha chiuso sempre a 63 punti.  E significa che per arrivare a 63, e quindi ragionevolmente aspirare a un piazzamento che valga l’Europa League, Ranieri dovrà conquistare altri 23 punti.

È una media di quasi 2 partita a (1,91), che sarà complicato mantenere nonostante il rendimento incredibile delle ultime 19 (2,4 di media) e l’imbattibilità assoluta nei primi due mesi del 2025. Per tutte queste ragioni Ranieri chiederà ai giocatori di dimenticare per qualche ora l’Athletic, che arriva giovedì all‘Olimpico, e di spendere ogni risorsa per battere il Como. Temendo molto le ripartenze, perché tutto il mondo ormai sa che “prendiamo gol in contropiede…”, ha chiesto alla squadra di non spalancare la profondità a Diao, a costo di lasciare spesso la palla ai tanti piedi buoni che espone Fabregas.

Facile nella teoria, chiaro, e un po’ meno nella pratica. Ma la Roma in questi mesi è cresciuta anche in termini di maturità. Ha imparato a capire le partite e soprattutto le fasi delle partite. Se il Como è un dentista senza anestesia, capace quindi di colpire senza pietà le gengive altrui, Ranieri può schivare bisturi e trapano della gioventù rampante con una tattica scaltra: il Como, come avvertono i 41 gol subiti in 26 giornate, produce molto ma regala altrettanto.