Il Messaggero (S. Carina) – “Ha giocato con il ritmo della paura”. E poi: “Non saremo noi ad andargli incontro ma tocca a lui venire nella nostra direzione”. Per chiudere il cerchio, nel post-Servette a fine novembre: “I superficiali torneranno a giocare quando gli altri saranno morti”. Tra questi, negli strali di Mourinho, qualche mese fa c’era anche Aouar.
Un rapporto, quello con lo Special, mai decollato, testimoniato anche dalle tre sostituzioni dopo un tempo in Europa League. Così, le petit prince algerino, da possibile titolare estivo è scivolato lentamente nelle gerarchie, fino a scomparire – tra un infortunio muscolare, prestazioni deludenti e la convocazione per la coppa d’Africa – del tutto dalle rotazioni. Una volta tornato, ad aspettarlo a Trigoria non c’era più lo Special ma De Rossi.
Un approccio diverso con Houssem, insieme al resto della squadra, pronto a dare delle risposte. A tal punto che lunedì a Lecce, complice la squalifica di Pellegrini, dovrebbe partire per la terza gara di fila titolare in campionato dopo Firenze e il Sassuolo.
Alterna spesso cose buone (leggi il gol a Firenze) a delle amnesie che ne confermano ancora difetti (sempre al Franchi, la palla che non controlla sul 2-1 viola). Quello che sembra diverso, è il piglio, la voglia che ci mette. E probabilmente la stima che percepisce da parte di De Rossi.
Con i fatti, Daniele gli sta dando fiducia. Ha dimostrato la volontà d’impiegarlo anche in un ruolo atipico, come vice Dybala alto a destra (preferendolo a Baldanzi, preso proprio per sostituire la Joya quando è costretto a rifiatare) contro gli emiliani, pur di farlo giocare.
Da qui in avanti il calendario recita Lecce, Lazio, Milan, Udinese, Milan, Bologna, Napoli, Juventus, Atalanta, senza contare la speranza di continuare nel cammino europeo. Tradotto: in un mese e mezzo la Roma si gioca una stagione. Aouar invece la permanenza a Trigoria.