Il Corriere della Sera (L.Valdiserri) – Se non è il caso Totti è Dzeko sì o Dzeko no. Ogni vigilia della Roma porta con sé l’incertezza dei due attaccanti che, in estate, erano il sogno dei tifosi. Una possibile coppia scudetto che, invece, non ha mai giocato insieme (56’ in Frosinone-Roma, il 12 settembre 2015). Totti è finito ai margini, Dzeko non è più un titolare fisso. Roma-Fiorentina di stasera (ore 20,45) è uno spareggio per il terzo posto. Partita importantissima per la classifica e per i bilanci. L’impressione è che Edin Dzeko inizierà anche questa in panchina e che gli verrà preferito il «falso nueve» Perotti, schierato con Salah e El Shaarawy in un attacco che non deve dare punti di riferimento agli avversari.
La bravura della Fiorentina è stata cantata da Spalletti con note alte: «Cosa temo dei viola? Quello che hanno fatto negli ultimi anni e quello che ci ha aggiunto Paulo Sousa. Fanno calcio moderno e spettacolare, sono una squadra tosta che è convinta di avere possibilità importanti. Fiorentina e Roma un po’ si somigliano: tentano di comandare il gioco e hanno centrocampisti palleggiatori che sanno leggere le situazioni. Dovremo essere più bravi di sempre. La Fiorentina è giustamente convinta di aver fatto un’opera d’arte, ma anche i miei giocatori hanno fatto un capolavoro a ribaltare la situazione». Pjanic e Nainggolan sono tra i convocati. Non è detto che partano tutti e due titolari, ma l’assenza di De Rossi e le cattive condizioni di Iago Falque (influenza) non lasciano grandi alternative.
L’Olimpico, anche stasera, avrà grandissimi vuoti. Sei vittorie di fila non hanno convinto la curva Sud a rientrare dentro lo stadio. Mercoledì notte, vicino al Colosseo, è comparso uno striscione con il «lettering» tipico dei messaggi degli ultrà: «Sei vittorie non ci fanno cambiare. Spalletti, lei pensi ad allenare». La risposta del tecnico è ancora una mano tesa, ma Spalletti sa di camminare su un terreno minato: «I posti vuoti? A questo punto non è una questione di risultati. Spero nel buon senso di tutti quelli che gestiscono questo malinteso. Posso solo dire che noi, a Empoli, ci siamo sentiti comodi dentro l’abbraccio dei tifosi». La Roma che vuole Spalletti è tutta in queste parole: «Nella vita ci sono persone che fanno, persone che si accodano a chi fa e persone che non fanno. Più basso è il contesto e meglio è per quelli che non vogliono migliorarsi. Questi, però, devono andare via perché noi vogliano arrivare a toccare le stelle. Il mio atteggiamento sarà sempre questo».