La Gazzetta dello Sport (A.Pugliese) – All’andata era stato proprio lui a metterla subito in discesa, con la sua quinta doppietta stagionale (tra campionato ed Europa League). Poi, però, qualcosa nella ripresa si inceppò e la Roma faticò da matti per portare a casa la vittoria con quel Pescara lì, all’epoca allenato da Massimo Oddo. Stasera, invece, Edin Dzeko firmerebbe subito per rivivere più o meno lo stesso spartito, compresa anche la sofferenza di quel quarto d’ora finale, subito dopo il gol del definitivo 3-2 di Gianluca Caprari, uno dei tanti ex di turno in maglia abruzzese. Non fosse altro perché tre punti per la Roma vorrebbe dire rimettere in sicurezza il secondo posto (portando di nuovo a 4 punti il vantaggio sul Napoli, la sua più diretta inseguitrice) e quindi l’accesso diretto alla prossima Champions League. E segnare due gol per Dzeko vorrebbe invece dire anche qualcosa in più. E cioè superare i 26 gol in campionato con cui Francesco Totti nel 2007 vinse la Scarpa d’oro e arrivare a 37 reti stagionali, superando anche il suo record personale di reti (36), stabilito in Germania, con il Wolfsburg, nella stagione 2008-09.
PAGELLA – Spalletti sa che molta della fortuna finale della Roma passa proprio dalla vena di Dzeko. Ecco perché non perde occasione per pungolare il centravanti bosniaco, temendo che possa «sedersi» o anche solo adagiarsi. Invece no, il tecnico giallorosso (ancora per quanto?) vuole che Dzeko continui a dare il massimo fino in fondo, perché poi la sua Roma è costruita proprio per fornire rifornimenti continui al centravanti. «La pagella del nostro campionato la vedremo alla fine – dice il tecnico giallorosso – L’obiettivo principale di una stagione è vedere che squadra sei diventato quando arrivi in fondo e noi abbiamo la possibilità di finire bene il nostro tragitto. Con la società ho un contatto diretto. C’è il risultato finale che determinerà molto, in queste partite può cambiare l’idea che ti sei fatto dell’altro e viceversa. Alla fine poi ci si confronterà e se sarà il risultato voluto, vorrà dire che tutti avremo fatto il nostro lavoro al massimo. E ci sarà la possibilità di lavorare in maniera importante in futuro». Una bella retromarcia? Forse sì. O almeno così sembra. Nel senso che Spalletti aspetta di capire alcune situazioni (Inter su tutte), ma se non dovesse concretizzarsi nulla di ciò che pensa, potrebbe anche decidere di restare. Sempre che la Roma, a quel punto, lo voglia ancora. Però.
INSIDIE – Ma per raggiungere quel traguardo bisogna appunto vincere stasera e riallungare sul Napoli. La Roma a Pescara ci arriverà senza Francesco Totti (ufficialmente un problema in extremis all’alluce sinistro), ma questo «pesa» anche poco visto l’utilizzo stagionale che è stato fatto del capitano giallorosso. Ed invece chi conterà davvero per scardinare la difesa biancazzurra sarà proprio Edin Dzeko. Il centravanti bosniaco potrebbe anche andare a nozze, se la difesa del Pescara paleserà le solite e storiche amnesie difensive delle squadre di Zeman. Anche se, ad onor del vero, il boemo negli ultimi tempi una piccola marcia indietro (tattica) l’ha fatta anche lui. «Mi sembra che Zeman ultimamente abbia modificato qualcosa nel modo di giocare, è meno sbarazzino – chiude Spalletti – Hanno vampate di contropiede forte, ma non lasciano campo 90 minuti. In buona sostanza hanno tenuto il meglio e limato le difficoltà. Ecco, le insidie di questa gara sono queste». Già. A meno che non ci pensi ancora Dzeko.