Il Messaggero (A. Angeloni) – L’emergenza ti fa trovare le soluzioni, ok; ti spinge verso l’oltre, costringendoti a dare il doppio di te stesso, e ok; ti fa reinventare in un nuovo ruolo e quindi tanti applausi ai vari ElSha, Perez etc. Tutto giusto, tutto già in bella evidenza. Ma a un certo punto arriva il crollo, perché poi in campo si trascinano sempre gli stessi, che perdono via via smalto, testa, la cattiveria diventa nervosismo, non più carattere. E quando meno te lo aspetti, finisci a terra e devi ricominciare daccapo.
Difficoltà fisica e quindi mentale, ed ecco che al Bologna basta poco per prendersi i tre punti, così si spiega questa caduta bolognese. Quando non vanno le gambe, la testa non produce troppe idee: si vede al Dall’Ara una Roma lenta e prevedibile, anche nervosa. Ecco perché a Bologna lascia un bel po’ di quel quarto posto che aveva faticosamente riavvicinato in queste ultime settimane.
Il Bologna ha corso meglio, è stato più lucido e ora è sorprendentemente a un punto dalla Roma. Solo con un pizzico di buona sorte, la Roma avrebbe potuto pareggiare il colpo felpato di Svanberg (praticamente l’unico vero tiro in porta verso Rui Patricio), che ha regalato il successo a Mihajlovic. La Roma ci ha provato con Abraham, con Micki, a volte con Zaniolo. Ma senza mai impegnare troppo Skorupski, che ha parato ma senza dover fare grossi interventi.
Stavolta Mourinho è stato abbandonato dal centrocampo, che non è riuscito a far girare palla e là davanti Abraham e Zaniolo sono apparsi meno ispirati rispetto alle precedenti partite e c’è da dire pure che Nicolò viene ormai bersagliato dagli arbitri, che o non gli fischiano nulla o lo puniscono alla prima alzata di testa. E Mou a fine partita gli augura addirittura di lasciare la serie A.
La Roma, al di là di questi episodi, non va. È stanca e ora è pure chiamata a rincorrere. È spento Diawara, modesto l’apporto di Veretout, non c’è la solita spinta di El Shaarawy e anche Karsdorp vola meno sulla fascia rispetto al solito. Stanco anche lui. Nel primo tempo si capisce subito che non è aria, la Roma a Bologna compromette anche la prossima sfida contro l’Inter: Abraham, diffidato, si bacca un’ammonizione immeritata ma pesante e si innervosisce. Nel finale stessa sorte tocca a Karsdorp, di sicuro più colpevole: il giallo arriva quasi al fischio finale. E come se non bastasse si fa male pure El Shaarawy, al polpaccio.
Con l’Inter chi gioca? È dura e pensando alla classifica, cala un po’ di malinconia. Mou si aspettava di giocare la sua partita del cuore in altre condizioni, con altri presupposti. L’Inter invece è gli è davanti di nove punti, l’Atalanta è a più sei. Manca una vita, ma la situazione non è confortante.