La Gazzetta dello Sport (A. Pugliese)“Proviamo a chiudere questo mini-ciclo nel miglior modo possibile”. Sono le parole di Ivan Juric alla vigilia di Monza-Roma, con il tecnico giallorosso che sperava di centrare la terza vittoria consecutiva in campionato (dopo quelle ottenute in precedenza contro Udinese e Venezia), per risalire ancora di più la china. Alla fine è andata diversamente (e anche con un bel carico di rabbia), ma il primo mini ciclo è andato ugualmente in soffitta, comprese le due partite di Europa League contro Athletic Bilbao ed Elfsborg. Ed un primi bilancio sulle scelte dell’allenatore giallorosso può già essere tracciato. Tra quelli che Juric considera fondamentali ci sono sicuramente Svilar, Dovbyk, Angelino e Ndicka, a cui strada facendo si è andato poi aggiungendo anche il giovane Pisilli.

Giocatori che in queste cinque partite gli hanno dato risposte altamente o anche solo mediamente positive. Svilar lo ha salvato contro il Venezia, ci ha provato contro l’Elfsborg ed anche a Monza nel primo tempo ha piazzato una parata super su Maldini. Ndicka è uno dei pochi che Juric non toglie mai, in attesa che possa capirsi qualcosa di più su Hummels. Esattamente come Angelino, “il mio Dimarco”, ha detto il croato la scorsa settimana. Quindi le due gemme, Pisilli e Dovbyk. Il centrocampista è la nota lieta di questo periodo e non solo per la convocazione in nazionale o per il gol al Venezia, ma per come riesce a riempire sempre la partita di tante buone cose. Dovbyk, invece, è l’unica vera certezza in un attacco che latita. Dei 9 gol segnati finora in 9 partite totali, quasi la metà li ha segnati lui: 4. Dopo qualche passo falso iniziale, l’ucraino si è sciolto e sta dimostrando quanto può essere importante per questa squadra.

Poi ci sono quelli a cui Juric ha dato delle opportunità o in cui crede ancora, ma che finora hanno offerto un rendimento da “rivedere”. Tra questi il primo della lista è ovviamente Matias Soulé, l’argentino che è stato pagato 26 milioni più 4 di bonus e che è arrivato come il fiore all’occhiello della campagna acquisti (insieme a Dovbyk). Insomma, Juric ci crede e ha voglia di aspettarlo. Esattamente come è convinto che presto Hermoso possa dare un apporto diverso rispetto a quello offerto finora, con lo spagnolo anche compartecipe di un paio di gol presi dalla Roma. Quindi El Shaarawy, che Juric ha utilizzato ad intermittenza e Shomurodov, l’unico cambio di Dovbyk, uno però che con De Rossi aveva dato qualche segnale, spariti invece con Juric.

Tra quelli che invece finora non hanno funzionato, per un motivo o per l’altro ci sono Hummels, Dahl, Paredes ed Abdulhamid. Il gigante tedesco merita ovviamente un discorso a parte ed è legato alla condizione fisico-atletica. Ma Hummels è arrivato a Roma più di un mese fa, possibile che in tutto questo tempo non sia stato possibile trovare un minimo di condizione? Dahl era stato già messo da parte da De Rossi (che non lo ha neanche inserito in lista Uefa) e sta facendo più o meno la stessa fine anche con Juric. Evidentemente, non è ancora pronto per un calcio di questo livello. Come Saud Abdulhamid, che quando ha giocato (in Europa contro Bilbao ed Elfsbrog) è sembrato a tratti spaesato. Infine Paredes, finito oramai nelle retrovie e diventato a tutti gli effetti l’ultimo dei centrocampisti. Davanti a lui Cristante, Pisilli, Koné e presto anche Le Fée, che a Juric piace tanto…