La Repubblica ( P.Torri) – Un centravanti vero. Un centrocampista, vero pure questo. Un secondo attaccante di prospettiva nel caso dovesse uscire Solbakken. E due sponsor. Per i primi tre punti toccherà a Tiago Pinto pianificare gli arrivi e le partenze, per il quarto punto toccherà a Michael battere un colpo, meglio due. Dove Michael sta per mister Wendell, born in the Usa, cinquantenne o giù di li dell’Illinois, una laurea in storia, da qualche mese ennesimo Chief Commercial and Brand Officier che per noi che amiamo l’italiano sarebbe direttore commerciale, un passato di successo da mister miliardo di dollari dopo aver lavorato per la Nba in Cina e nei Brooklin Nets e nel baseball.
Dirigente apicale dei Los Angeles Dodgers, una delle franchigie più prestigiose e tifate nello sport più amato dagli americani, insomma tutte credenziali che avevano portato a una presentazione da uomo della provvidenza. Per ora, però, mister un miliardo di dollari, sta incontrando più di qualche difficoltà.
La Roma, al momento, non ha un main sponsor che, dopo la fregatura incassata da Digitalbits, vuole dire una quindicina di milioni in meno di fatturato. Non c’è neppure uno sponsor di manica, vuota da quando, pure qui, si prese l’altra fregatura Igoniq. In più mister Wendell è stato costretto a incassare la cancellazione della tournèe che avrebbe dovuto portare i giallorossi in Corea per giocare un paio di amichevoli in cambio di tre milioni di dollari.
È vero che l’annuncio del nuovo sponsor tecnico Adidas garantirà un cash superiore ma non troppo pare rispetto ai due milioni che erano certificati dall’accordo con l’uscente New Balance e in più ci saranno royalties più ricche rispetto alle precedenti, ma questo non toglie che dal punto di vista delle sponsorizzazioni la Roma da troppo tempo è al palo.