La Repubblica (M.Pinci) – Alle 9.30 l’appuntamento al Viminale per discutere della rimozione delle barriere all’Olimpico con il ministro Lotti. Alle 14.30 in Campidoglio, per il tavolo sul progetto stadio di Tor di Valle con la sindaca Raggi. L’incontro delle 20.45 in casa contro la Fiorentina, per la Roma, pare quasi una fastidiosa formalità da espletare prima di tornare a parlar d’altro. Eppure Sousa (che però non avrà Kalinic) ha vinto 3 delle ultime 4. E tornare a vincere serve a Spalletti per evitare che la Juve, lontana solo 1 punto dieci giorni fa, abbia l’occasione di portarsi domani a 9-10 punti chiudendo di fatto le ambizioni romaniste. Con un successo la Roma supererebbe pure il record di 13 successi in casa che durava dal 1930. Samp e Cesena però hanno spaventato fin troppo una squadra distratta dalle faccende extra sportive. Pure l’allenatore s’è fatto prendere la mano, nonostante un futuro in bilico. Il contratto scade il 30 giugno e le voci sulle sue intenzioni sono preoccupanti: c’è chi l’ha visto a cena con Moratti (ci è stato davvero) e ha pensato all’Inter, chi teme sia in parola con la Juve (che sta sondando candidati per l’eventuale dopo Allegri). Ma il suo mettere la faccia su questioni come lo stadio, intervenendo in diretta tv, è sembrato a tanti una dichiarazione d’intenti per il futuro. Anche se a frenare è lui stesso: «Bisogna meritarselo di restare. Si valuteranno le vittorie ». Quasi un’ossessione.
Ma perché lo ossessiona tanto vincere? Perché a Roma è raro davvero e riuscirci gli conferirebbe le stimmate del leader, un rispetto incondizionato che nella storia recente ha avuto solo Capello, guarda caso l’ultimo a festeggiare qualcosa di davvero importante nella capitale. Insomma, la legittimazione come guida, non solo tecnica, della Roma. Meno determinante per il futuro è la questione delle barriere in curva. Eppure nei prossimi giorni è proprio su questo tema che si alzerà la temperatura. Nell’incontro di oggi con il club, il Viminale proporrà una soluzione destinata a far discutere: barriere abbassate (ma non rimosse) a partire dal 1 marzo. Ossia il giorno del derby di andata di coppa Italia. Quasi un messaggio agli ultrà. Pure di questo ha parlato Spalletti, amico del ministro Lotti e sostenitore dello stop alle barriere: “Servirà a riportare la gente, ma chi usa lo stadio per far casino non deve entrare”. Il tecnico insomma è sempre più il frontman della Roma: ora deve decidere se restarlo anche domani.